Ucraina, la battaglia del grano
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Secondo un nuovo report, le condizioni sono molto peggiori rispetto alla primavera araba del 2011 e alla crisi del 2007-2008. La situazione è particolarmente in Etiopia, Nigeria, Sud Sudan e Yemen
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È "imminente" una crisi alimentare diffusa poiché la fame "minaccia la stabilità in dozzine di Paesi". A lanciare l'allarme sono Fao e Wfp (il Programma alimentare delle Nazioni Unite), secondo cui "le condizioni ora sono molto peggiori rispetto alla primavera araba del 2011 e alla crisi dei prezzi alimentari del 2007-2008, quando 48 Paesi sono stati scossi da disordini politici, rivolte e proteste".
Nel nuovo report si evidenzia che Etiopia, Nigeria, Sud Sudan e Yemen rimangono nella stato di "massima allerta", con "condizioni catastrofiche". Afghanistan e Somalia sono nuovi ingressi, con 750mila persone che rischiano la fame e la morte.
"Conflitti, condizioni meteorologiche estreme, shock economici, impatti persistenti del Covid e gli effetti a catena della guerra in Ucraina", si legge nel rapporto Hunger Hotspots Fao-Wfp early warnings on acute food insecurity, spingono milioni di persone nei Paesi di tutto il mondo alla povertà e alla fame, mentre i picchi dei prezzi di cibo e carburante avvicinano le nazioni all'instabilità". Shock, si rileva, che hanno colpito contesti già caratterizzati da emarginazione rurale e fragili sistemi agroalimentari.
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Venti punti caldi - Da qui la richiesta contenuta nel Rapporto di un'azione umanitaria urgente in venti "punti caldi" dell'emergenza cibo dove si prevede un peggioramento della fame acuta da giugno a settembre 2022.
"Siamo profondamente preoccupati per l'impatto combinato di crisi sovrapposte che mettono a repentaglio la capacità delle persone di produrre e accedere agli alimenti, spingendo altri milioni di persone a livelli estremi d'insicurezza alimentare acuta", ha affermato il direttore generale della Fao QU Dongyu. "Siamo in una corsa contro il tempo per aiutare gli agricoltori nei Paesi più colpiti, anche aumentando rapidamente la produzione alimentare potenziale e aumentando la loro resilienza di fronte alle sfide".
La sfida è contro una "tempesta perfetta" che non solo "danneggerà i più poveri tra i poveri, ma travolgerà anche milioni di famiglie che fino a ora hanno quasi tenuto la testa fuori dall'acqua", ha avvertito il Direttore Esecutivo del Wfp David Beasley. Siamo entrati, sottolinea il rapporto, in una "nuova normalità" in cui siccità, inondazioni, uragani e cicloni decimano ripetutamente l'agricoltura e l'allevamento. In particolare le preoccupanti tendenze climatiche legate a La Niña dalla fine del 2020 "dovrebbero continuare fino al 2022, aumentando i bisogni umanitari e la fame acuta".
Una siccità senza precedenti in Africa orientale che colpisce Somalia, Etiopia e Kenya "sta portando a una quarta stagione consecutiva di precipitazioni al di sotto della media, mentre il Sud Sudan dovrà affrontare il suo quarto anno consecutivo di inondazioni su larga scala", e piogge superiori alla media nel Sahel. Segnalata anche una stagione degli uragani più intensa nei Caraibi e piogge al di sotto della media in Afghanistan.