Il vicepremier: "Decisione inattesa, chiederemo chiarimenti sulla nazionalizzazione". L'azienda: "Sorpresi, valutiamo implicazioni". Analoga mossa di Mosca per Bosch
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha convocato l'ambasciatore russo in Italia per "chiedere chiarimenti sulla vicenda della nazionalizzazione dell'Ariston Thermo Group". Lo ha scritto su X il titolare della Farnesina, aggiungendo: "Al lavoro anche con Bruxelles, in raccordo con la Germania". La mossa arriva dopo che le filiali russe di Ariston e Bosch sono state temporaneamente trasferite al gruppo Gazprom. Il vicepremier chiarisce: "Dopo l'inattesa decisione del Cremlino ho subito attivato la nostra ambasciata in Russia e parlato con i vertici dell'azienda italiana. Il nostro governo è al fianco delle imprese, pronto a tutelarle in tutti i mercati internazionali". Urso sente l'azienda: "Aiuteremo Ariston".
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È stato il presidente russo Vladimir Putin a firmare il decreto per il trasferimento delle sussidiarie russe delle due aziende italiana e tedesca a Gazprom Domestic Systems, la società del gruppo statale Gazprom produttrice di elettrodomestici, secondo quanto ha riferito l'agenzia Interfax. Il decreto postato sul portale ufficiale per le informazioni legali riguarda la Ariston Thermo Rus Llc, controllata da Ariston Holding, e la Bsh Household Appliances Llc, controllata da Bsh Hausgerate Gmbh. Non sono stati resi noti i motivi della decisione.
Dopo la decisione di Putin, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha avuto una conversazione telefonica con Paolo Merloni, presidente di Ariston, per un confronto sulla situazione e per esprimere la vicinanza del governo, pronto a tutelare l'azienda in ogni sede. Il ministro è a Pescara per incontrare il presidente delle Marche, Francesco Acquaroli: nel territorio della Regione infatti la multinazionale italiana ha la sua sede centrale e operativa.
"In attesa di spiegazioni sull'inatteso provvedimento, ne stiamo valutando le implicazioni, anche dal punto di vista della governance e della gestione", ha scritto il gruppo Ariston in merito alla situazione. "Il Gruppo Ariston, attivo industrialmente nella Federazione Russa da quasi 20 anni - ha aggiunto la nota - con rapporti molto corretti con le istituzioni locali, non è stato informato preventivamente del Decreto ed è estremamente sorpreso da questa iniziativa".
Lo scorso anno Putin aveva firmato un altro decreto per il trasferimento temporaneo della gestione delle filiali russe di Danone e di Carlsberg all'Agenzia federale per la gestione delle proprietà, Rosimushchestvo. Il provvedimento era stato adottato dopo che la società francese e quella danese avevano annunciato l'intenzione di uscire dal mercato russo. Il 98,56% delle azioni del birrificio russo Baltika, appartenente a Carlsberg, e decine di migliaia di azioni appartenenti a Danone erano state poste sotto il controllo dell'Agenzia. Nel caso di Ariston e Borsh, invece, la gestione passa a Gazprom, un altro gruppo industriale, sebbene controllato dal governo.
"La Russia continua ad adottare misure contro le imprese dell'Ue che operano nel Paese. Una società russa, parte del gruppo Gazprom, ha ora posto sotto 'gestione esterna temporanea' le filiali di società italiane e tedesche. Queste misure, che prendono di mira attività economiche legittime, sono l'ennesima prova del disprezzo della Russia per il diritto e le regole internazionali. La Russia si conferma un attore imprevedibile anche in campo economico". È quanto ha dichiarato il Servizio di Azione Esterna Ue sulla vicenda di Ariston e Bosch invitando Mosca "a revocare queste misure e a cercare soluzioni accettabili con le aziende europee".