Mandato d'arresto Usa

Filippine, arrestato l'autoproclamato "Figlio di Dio nominato": è accusato di traffico sessuale

Apollo Quiboloy, 74enne noto anche per la sua vicinanza a Duterte, è alla guida della chiesa del "Regno di Gesù Cristo" alla quale aderiscono milioni di membri in 200 Paesi

09 Set 2024 - 11:17
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Nelle Filippine è stato arrestato un pastore che si è autoproclamato "Figlio di Dio nominato" e guida la chiesa del "Regno di Gesù Cristo" alla quale aderiscono milioni di membri. Il suo nome è Apollo Quiboloy, ha 74 anni ed è ricercato dagli Stati Uniti con diverse accuse, tra cui traffico sessuale di minori. Il pastore è noto anche per la sua vicinanza personale e politica all’ex presidente delle Filippine, Rodrigo Duterte, del quale è stato consigliere spirituale.

Il "Padrone dell'Universo", altro nome con cui ama farsi definire, rivendica di essere a capo di una chiesa che da quando fu fondata, nel 1985, si è insediata ed è tuttora presente in 200 Paesi. Sul proprio sito web il gruppo afferma di avere sei milioni di seguaci. Il Dipartimento di Giustizia Usa ha accusato Quiboloy nel 2021 di traffico sessuale di ragazze e donne di età compresa tra 12 e 25 anni: secondo l'accusa avrebbe gestito questo giro di sfruttamento della prostituzione per almeno 16 anni. Oltre al mandato d'arresto statunitense, Quiboloy era soggetto anche a ordini di cattura da parte di un paio di corti filippine.

Il generale di brigata, Nicolas Torre, capo della polizia regionale che ha guidato la caccia all'uomo nella città meridionale di Davao, ha confermato l'arresto in una conferenza stampa. Per catturare il "Figlio di Dio nominato" sono stati schierati almeno 2 mila poliziotti al quartier generale della setta. Qui il 24 agosto gli agenti avevano notificato il mandato di arresto contro Quiboloy.

Il televangelista è stato preso infine a Davao, ritenuta una roccaforte di Duterte, solo in questi giorni al culmine di due settimane di vaste perquisizioni. Secondo i media di Manila, si sarebbe consegnato alla polizia. La notizia che il pastore fosse stato catturato era stata data inizialmente dal ministro degli Interni filippino, Benjamin Abalos Jr. A smentire questa versione sono arrivate poi le dichiarazioni dell'avvocato di Quiboloy, secondo il quale l'uomo si sarebbe arreso volontariamente, circostanza questa confermata dalla polizia. "Sono contento che tutto questo sia finito", ha commentato con sollievo il presidente filippino Ferdinand Marcos Jr. dopo l'arresto.

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