Il presidente ha vinto le elezioni a maggio, promettendo una lotta spietata al narcotraffico: già 3mila i morti
Il presidente filippino Rodrigo Duterte ha comparato la sua feroce campagna antidroga, che ha provocato la morte di oltre 3mila persone, allo sterminio degli ebrei da parte di Hitler. E ha spiegato che se il dittatore nazista ha massacrato tre milioni di ebrei, ci sono tre milioni di tossicodipendenti che sarei felice di massacrare".
Duterte ha inoltre lanciato un consueto attacco verbale contro gli Stati uniti e l'Unione europea, accusandoli di "ipocrisia" quando criticano la sua campagna antidroga, nella quale sono già morte 3mila persone molte delle quali uccise dalla polizia sul posto, al di fuori di ogni procedura giudiziaria.
"Hitler ha massacrato tre milioni di ebrei. Ora ci sono tre milioni di tossicodipendenti nelle Filippine. Io sarei felice di massacrarli", ha detto Duterte nella sua città di Davao, al ritorno dal Vietnam. "Se la Germania ha avuto Hitler, le Filippine hanno..." ha detto, interrompendosi. "Ma sapete, mie vittime, io voglio... eliminare il problema dal mio Paese e salvare la prossima generazione dalla perdizione".
Duterte, 71 anni, ha vinto le elezioni a maggio dopo essere stato per un ventennio sindaco di Davao, promettendo una lotta spietata al narcotraffico nella quale almeno 100mila persone dovranno morire. L'ondata di violenza poliziesca con la quale sta cercando di mantenere la promessa ha suscitato lo sdegno da parte degli Stati Uniti, dell'Ue e delle istituzioni multilaterali. La reazione del sulfureo presidente è stata una raffica d'insulti contro il presidente americano Barack Obama, il segretario dell'Onu Ban Ki-moon e l'Unione europea.
Le accuse non hanno insomma scalfito in alcun modo il suo approccio. "Voi Usa, Ue. Chiamatemi come volete. Ma io non sarà mai ipocrita quanto voi", ha proseguito. "Ci sono migranti che fuggono dal Medio Oriente. Voi permettete che loro marciscano, e vi preoccupate della morte di mille, duemila, tremila morti?", ha affermato.