La polizia aveva ricevuto almeno 36 richieste d'intervento in sei anni, a causa del comportamento violento del giovane. L'Fbi riconosce che il protocollo non è stato rispettato del tutto
Una strage probabilmente evitabile quella in Florida: l'Fbi ammette che il protocollo non è stato seguito del tutto dopo alcune indicazioni ricevute lo scorso 5 gennaio su Nikolas Cruz e sul suo "desiderio di uccidere". Lo sottolinea lo stesso Bureau federale in una nota che comprende un commento di Christopher Wray che esprime rammarico "per l'ulteriore dolore che ciò ha provocato in coloro coinvolti in questa orribile tragedia". Intanto secondo i media il 19enne avrebbe agito per colpa dei "demoni". Su Cruz pendono 17 capi di imputazione per omicidio premeditato, uno per ogni vittima.
Intanto, emergono nuovi dettagli sul passato di Nikolas Cruz. Lo sceriffo della contea aveva ricevuto almeno 36 richieste di intervento urgente a casa del ragazzo, tra il 2010 e il 2016, legate al suo comportamento violento e minaccioso. Lo riporta BuzzFeed. Nel settembre 2016, Nikolas aveva commesso atti di autolesionismo e aveva espresso l'intenzione di comprare una pistola. A seguito di una chiamata della madre, Lynda Cruz, la polizia scriveva del ragazzo: "Non sono stati ravvisati segni di malattia mentale né attività criminali", e "non rappresenta una minaccia per sé o per gli altri". Il giovane non era mai stato arrestato.
Ora, in custodia dal giorno della sparatoria a scuola, Cruz ha confessato di esserne l'autore. L'ex studente della Stoneman Douglas ha raccontato agli inquirenti di aver portato con sé nella scuola il fucile semiautomatico – un AR-15 – e dei caricatori di munizioni nascosti in uno zaino, per poi iniziare a sparare. In seguito, quando studenti e insegnanti hanno cominciato a fuggire dall'edificio, Cruz ha raccontato di aver abbandonato il fucile nella scuola e di essersi tolto gli indumenti che indossava, per mescolarsi alla folla. La polizia lo ha arrestato circa un'ora dopo che si era allontanato dal campus.
Nella serata del 15 febbraio, migliaia di persone hanno partecipato alle veglie in memoria di studenti e insegnanti che hanno perso la vita nella strage: nell'auditorium della scuola, all'esterno dell'edificio, in varie chiese, chi in silenzio, chi piangendo, chi pregando, quasi tutti con una candela in mano. In una delle iniziative sono stati fatti volare in cielo 17 palloncini argentati, uno per ogni vittima della sparatoria.
Governatore Florida chiede dimissioni del direttore dell'Fbi - Dopo le ammissioni di non aver agito nonostante gli avvertimenti sul conto del killer, il governatore della Florida, Rick Scott, ha chiesto le dimissioni del direttore dell'Fbi, Christopher Wray. Intanto il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, con la first lady Melania, ha fatto visita ai feriti presso il Broward Health North Hospital di Pompano Beach, dove ha lodato l'"incredibile lavoro" fatto dai medici e dai servizi di soccorso. Confermando di aver incontrato le vittime della sparatoria, Trump ha sottolineato: "E' molto triste che qualcosa del genere possa accadere".