L'ultimo ad andarsene da Kiev e tra i primi a rientrare. L'ambasciatore italiano Pier Francesco Zazo, che nel trasferimento della sede diplomatica a Leopoli era riuscito ad evacuare dalla capitale ucraina sotto le bombe 20 minori, tra i quali sei neonati, è tornato, con il suo staff, a Kiev per riprendere il suo lavoro. Così, subito dopo l'annuncio del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, l'ambasciata italiana è tra le prime sedi diplomatiche a riaprire i battenti a Kiev. In una situazione che, però, appare tutt'altro che tranquilla. Il sindaco Vitaly Klitschko, infatti, invita i suoi cittadini a non fare ritorno nella capitale, a tutt'oggi sotto i bombardamenti russi, e a restare in posti più sicuri. Mentre a quelli rimasti in città, dai suoi canali social, chiede di non ignorare gli allarmi anti-aerei. "La riapertura della nostra Ambasciata a Kiev rappresenta per noi un momento emozionante e di speranza a oltre cinquanta giorni di distanza dall'inizio del conflitto. Come evidenziato dal ministro degli Esteri Di Maio, la riapertura della nostra sede è un gesto simbolico. Oggi ci sentiamo ancora più vicini al governo e al popolo ucraino e continueremo ad assistere al meglio i nostri connazionali", ha detto Zazo.