© Song Ta/OCAT Shangai | Il discusso catalogo dell'artista Song Ta, esposto al museo di Shangai in Cina
© Song Ta/OCAT Shangai | Il discusso catalogo dell'artista Song Ta, esposto al museo di Shangai in Cina
© Song Ta/OCAT Shangai | Il discusso catalogo dell'artista Song Ta, esposto al museo di Shangai in Cina
© Song Ta/OCAT Shangai | Il discusso catalogo dell'artista Song Ta, esposto al museo di Shangai in Cina
Filmate e fotografate in segreto e poi catalogate "dalla più bella alla più brutta" . È successo a cinquemila ignare ragazze di un campus universitario, in Cina. Un artista, Song Ta, ha poi montato il tutto in un video di sette ore, in esposizione al museo d'arte di Shangai, con il doppio titolo inglese e cinese "Uglier and Uglier" (sempre più brutte) e "Jiaohua" (Fiori di campus). Ovviamente senza che i soggetti delle sue fotografie ne sapessero ancora nulla.
Stavolta però è esploso lo sdegno. Sui social l'hashtag #SongTaFioridicampus è stato visto cento milioni di volte. Invece il museo, bersagliato dalle accuse di misoginia, guardonismo e oggettivazione del corpo femminile si è scusato e ha deciso di ritirare l'opera.
Resta da capire cosa faranno le cinquemila ragazze che si sono riconosciute nel video. Per il consulente legale del quotidiano Global Times Song Ta potrebbe essere presto costretto a pagare risarcimenti miliardari.