La Confederazione della categoria in una lettera al ministro dell'Interno, Gerard Collomb, denuncia il clima di aperta ostilità
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"Lasciateci lavorare in pace". E' ciò che chiedono i macellai francesi ai militanti vegani, che nell'ultimo periodo hanno dato il via a dei veri e propri atti di vandalismo. Vetrine rotte, negozi danneggiati, lanci di pietre e di vernice rossa, a simboleggiare il sangue degli animali, fino all'esultanza su Facebook, da parte di un'ultra vegana, per l'uccisione di un macellaio nell'attacco terroristico di Trebes.
Per questo, lo scorso 22 giugno, la Confederazione dei 18 mila artigiani salumieri, tramite il suo presidente Jean-Francois Guihard, ha inviato una lettera al ministro dell'Interno Gerard Collomb.
"Siamo profondamente scioccati che una parte della popolazione voglia imporre all'immensa maggioranza il suo stile di vita, per non dire la sua ideologia" si legge nel documento. "Gli attacchi contro i macellai e tutta la filiera sono né più né meno che una forma di terrorismo".
In Francia le persone che non mangiano carne si attestano intorno al 2%, una delle stime più basse d'Europa. Basti pensare che in Italia, secondo i dati Eurispes 2018, il 6,2% del campione interrogato si è dichiarato vegetariano, con un incremento del 1,6% rispetto all'anno precedente. A giudicare negativamente lo stile di vita vegano è il 30,3% degli italiani, che lo ritiene scelta estrema, mentre il 19,1% considera la dieta strettamente collegata a comportamenti fanatici e intolleranti.
Sembra proprio, come scrive Marcela Jacub, saggista anti-specista, che tutto ciò che viene considerato ineluttabile a un certo punto viene messo in discussione.