La destra critica le performance di Aya Nakamura e Philippe Katerine (esibitosi nudo). La sinistra: "È la miglior risposta al fascismo". I vescovi: "Derisione del cristianesimo"
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Drag queen in posa come Gesù nell'Ultima cena nella cerimonia di apertura delle Olimpiadi a Parigi. In risposta alla performance, la destra, i vescovi francesi e alcuni intellettuali sono andati subito all'attacco spingendo il direttore artistico a difendere la sua scelta in nome della "libertà di creazione in un Paese libero". Il giorno dopo l'inaugurazione dei Giochi è pirotecnico quanto la serata, organizzata nel segno della diversità e dell'inclusività nella Ville Lumière.
Lo show, in cui c'è stata la rappresentazione in chiave drag queen dell'Ultima cena, ha fatto insorgere la destra francese, con il Rassemblement National di Marine Le Pen, che aveva già criticato l'idea di mettere nello show la star franco-maliana Aya Nakamura. "Siamo a Parigi, non al mercato di Bamako", aveva scritto qualche mese fa su uno striscione del gruppo di estrema destra, Les Natifs.
Ha fatto discutere in particolare la performance di Philippe Katerine, il cantante esibitosi nudo. Per la senatrice Republicains Valerie Boyer, si è trattato di "una visione della nostra storia che cerca di ridicolizzare i cristiani". L'apertura dei Giochi è stata "una vergogna" per il portavoce del Rassemblement National, Julien Odoul che ha parlato di "un saccheggio della cultura francese".
Di tutt'altro avviso la sinistra. La scelta di rivisitare il motto francese "libertà, uguaglianza, fratellanza" e aggiungere "sorellanza, parità e inclusione", è stata "la risposta migliore alla crescita del fascismo e dell'estrema destra, uno schiaffo agli oscurantisti".
Le scelte fatte dal direttore artistico Thomas Jolly, regista teatrale che ha firmato la cerimonia, sono state quantomeno definite audaci anche dai vescovi francesi, che hanno diffuso un comunicato esprimendo profonda indignazione. "Questa cerimonia purtroppo comprendeva scene di derisione e di scherno del cristianesimo, che deploriamo profondamente", scrivono in un comunicato stampa co-firmato dagli organizzatori degli Holy Games, un programma della Chiesa cattolica per conciliare sport e fede. Il riferimento è al dipinto intitolato "Festa" che inizia con l'immagine di un gruppo a tavola, tra cui diverse drag queen, che ricorda appunto l'Ultima cena.
Il fiume di polemiche sollevate dopo lo show lungo la Senna ha spinto lo stesso direttore artistico Jolly a rivendicare la sua scelta. "La nostra idea era inclusiva - ha spiegato -. Il nostro obiettivo non era quello di essere sovversivi. Volevamo parlare di diversità. Diversità significa stare insieme. In Francia abbiamo la libertà di creazione, la libertà artistica. In Francia abbiamo la fortuna di vivere in un Paese libero. Siamo una repubblica. Abbiamo il diritto di amare chi vogliamo, abbiamo il diritto di non essere adoratori".