l'analisi

Francia e Germania: i motivi della crisi e perché ci riguardano da vicino

Si intrecciano politica interna ed estera, economia, risorse energetiche e difficoltà legate a importanti settori industriali

di Domenico Catagnano
06 Dic 2024 - 16:07
 © Afp

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È evidente che la crisi di Francia e Germania sta avendo e avrà ripercussioni significative sul futuro dell'Unione Europea. Una doppia crisi che intreccia politica interna ed estera, economia, risorse energetiche e difficoltà legate a importanti settori industriali. Riavvolgiamo il nastro e vediamo di sintetizzare quello che sta succedendo a Parigi e a Berlino.

Cosa sta succedendo in Francia - Oltralpe il governo guidato dal primo ministro Michel Barnier è caduto dopo appena tre mesi, dopo che è passata la mozione di sfiducia "a tenaglia" presentata dal Nuovo Fronte Popolare di sinistra e sottoscritta dal Rassemblement National di estrema destra. La crisi è stata innescata dalla controversa legge di bilancio da 60 miliardi di euro, che prevedeva nuove tasse e tagli ai servizi pubblici, inclusa la sanità. La mancata indicizzazione delle pensioni ha ulteriormente alimentato il malcontento, portando alla caduta del governo. Il presidente Emmanuel Macron ha annunciato che non si dimetterà, che a giorni indicherà il nuovo primo ministro per un governo "di interesse generale" ma il Paese si trova ora in una situazione di instabilità politica senza una chiara direzione e con il rischio di dover operare in esercizio provvisorio. La situazione economica francese è ulteriormente complicata da un debito pubblico in crescita e da uno spread tra i più alti d'Europa.

Cosa è successo in Germania - Dopo la rottura della coalizione di governo - conosciuta come "coalizione semaforo" - tra i Socialdemocratici, i Verdi e i Liberali Democratici di Fdp, il cancelliere Olaf Scholz ha annunciato elezioni anticipate per il 23 febbraio 2025. La crisi è stata scatenata lo scorso novembre dal licenziamento del ministro delle Finanze, Christian Lindner, leader di Fdp, a causa di disaccordi sul bilancio e sul finanziamento per gli aiuti bellici all'Ucraina. Dopo il licenziamento, due dei tre ministri dell'Fdp hanno rassegnato le dimissioni, segnando di fatto la fine del governo. Uno dei principali fattori scatenanti che ha fatto saltare il banco è stato il disaccordo sul bilancio federale: la coalizione non è riuscita a trovare un accordo su come allocare i fondi, in particolare quelli destinati al programma di azione per il clima e al sostegno militare all'Ucraina.

Il dibattito su come finanziare il gli aiuti a Kiev ha portato a divisioni profonde, con l'Fdp che ha criticato duramente le politiche del cancelliere Scholz. Ma il nodo più importante riguarda l'economia: quella che è considerata la "locomotiva d'Europa" sta affrontando una fase difficile, con una stagnazione della crescita, un Pil che si ridurrà per il secondo anno consecutivo e un deciso calo degli investimenti sia interni che provenienti dall'estero. La guerra in Ucraina ha avuto anche un altro effetto: lo stop all’approvvigionamento del gas russo ha causato una crisi energetica che ha fatto lievitare i costi per le aziende, e i casi Volkswagen e Thyssenkrupp sono lo specchio di questa situazione di crisi.

Implicazioni e timori per l'Europa - La crisi dell'asse franco-tedesco, spina dorsale dell'Europa, inevitabilmente ha ricadute su tutto il Continente. In primo luogo, la debolezza economica dei due paesi può avere un effetto domino su altre economie, portando a una recessione a livello continentale. Inoltre, l'instabilità politica può minare la fiducia nell'Unione Europea e nelle sue istituzioni, alimentando il populismo e l'euroscetticismo. Da non sottovalutare inoltre che la crisi può indebolire la posizione dell'Europa a livello globale, rendendola meno competitiva e meno influente nelle questioni internazionali.  

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