coinvolti anche 8 eurodeputati e 12 assistenti

Francia, Marine Le Pen condannata all'ineleggibilità per 5 anni: giudicata colpevole di appropriazione indebita di fondi Ue | Lei: "Sentenza politica"

Quattro anni per la leader del Rassemblement National, esclusa dalle presidenziali. Farà ricorso in Appello. Solidarietà di Salvini ("avanti amica mia") e Orban ("je suis Marine"). Il Cremlino: "Violate le norme democratiche"

01 Apr 2025 - 00:47

Marine Le Pen e otto eurodeputati del partito sono stati giudicati colpevoli di appropriazione indebita di fondi pubblici dal tribunale di Parigi. La leader del Rassemblement National è stata condannata all'ineleggibilità per 5 anni con applicazione immediata, decisione che di fatto la esclude dalle elezioni presidenziali in programma nel 2027. Per lei inoltre quattro anni di prigione, di cui due da scontare con la condizionale e altri due con il braccialetto elettronico. Le Pen e gli altri imputati, tutti condannati all'ineleggibilità, erano accusati di aver utilizzato denaro destinato agli assistenti parlamentari dell'Unione europea per pagare invece il personale che lavorava per il partito. Le Pen: "Sentenza è una "decisione politica".

Ineleggibilità e sanzione di 100mila euro

 Oltre ai quattro anni di carcere, il tribunale ha deciso anche per la Le Pen una sanzione di 100mila euro. La condanna a quattro anni significa che Le Pen non dovrà comunque scontare la sua pena in carcere. Il tribunale, infatti, ha spiegato che la pena è legata al ''ruolo centrale'' avuto da Le Pen ''nel sistema'' illegale concepito dal RN per appropriarsi dei soldi del Parlamento europeo. Il tribunale ha inoltre evocato "una turbativa dell'ordine pubblico e del funzionamento democratico'' dell'Assemblea Ue. Il legale di Le Pen ha annunciato che presenterà ricorso in Appello.

Una frode da 2,9 milioni di euro

 Il tribunale di Parigi ritiene che lo scandalo degli assistenti parlamentari a Strasburgo abbia rappresentato una frode da 2,9 milioni di euro per il contribuente europeo, "facendo pagare al Parlamento europeo delle persone che lavoravano in realtà per il partito" al livello nazionale e non al livello Ue. Sono stati dichiarati colpevoli per ricettazione anche i dodici ex assistenti parlamentari presenti in tribunale.

Il giudice: hanno firmato ''contratti fittizi''

 I nove europarlamentari e i dodici assistenti parlamentari dichiarati colpevoli hanno firmato dei ''contratti fittizi'', nel quadro di un vero e proprio ''sistema'' di appropriazione indebita all'interno del Rassemblement National. Lo ha dichiarato la presidente del tribunale, Bénédicte de Perthuis, nel giorno della sentenza. ''È stato accertato che tutte queste persone lavoravano in realtà per il partito, che il loro deputato (di riferimento) non aveva affidato loro alcun compito'' e che ''passavano da un deputato all'altro'', ha precisato, aggiungendo: ''Non si trattava di mutualizzare il lavoro degli assistenti quanto piuttosto di mutualizzare le risorse dei deputati''. De Perthuis ha poi avvertito: ''Che le cose siano chiare: nessuno viene processato per aver fatto della politica, non è il tema. La questione è sapere se i contratti sono stati eseguiti o meno".

Le Pen: "Sentenza decisione politica"

 Marine Le Pen, figlia del fondatore del Front National, Jean-Marie Le Pen, scomparso a 96 anni il 7 gennaio, in queste settimane, nel tentativo di abbassare la tensione, aveva scelto un atteggiamento di ostentata serenità: "Non ci penso, la paura non fa superare il pericolo", aveva dichiarato al quotidiano Le Figaro. Seduta in prima fila in tribunale (vicino al suo ex compagno e vicepresidente del partito, Louis Aliot), Le Pen ha lasciato la sala delle udienze contrariata prima della pronuncia della sentenza da parte dei giudici.

"La corte ha spiegato che l'appello sarebbe inutile per impedirmi di candidarmi, quindi è stata una decisione politica. Per me è chiaro", ha detto Le Pen all'emittente TF1, rispondendo a una domanda sul perché avesse lasciato l'udienza in tribunale prima che il verdetto fosse letto. Le Pen ha aggiunto che farà ricorso "il prima possibile". 

"In Francia lo Stato di diritto è stato totalmente violato"

  "Lo Stato di diritto è stato totalmente violato", ha detto la leader del Rassemblement National. "Milioni di francesi saranno privati della candidata che oggi è la favorita", ha poi affermato La Pen. "Sono eliminata ma in realtà ad essere eliminata è la voce di milioni di francesi", ha aggiunto. 

Bardella: "Democrazia giustiziata"

 La leader del RN, 56 anni, era arrivata seconda, dopo il presidente Emmanuel Macron, alle elezioni presidenziali del 2017 e del 2022 e il sostegno elettorale del suo partito è considerato in crescita negli ultimi anni. Le Pen, prima della sentenza, aveva sostenuto che l'ineleggibilità "avrebbe avuto l'effetto di privarmi dell'essere una candidata presidenziale" e di privare del diritto di voto i suoi sostenitori. Il successore naturale di Le Pen potrebbe essere Jordan Bardella, il 29enne che le è succeduto anche alla guida del partito nel 2021. "Oggi, non è solo Marine Le Pen che viene ingiustamente condannata. È la democrazia francese che viene giustiziata'', ha detto Bardella.

Trump paragona la condanna di Le Pen ai propri guai giudiziari

  Donald Trump ha paragonato la condanna per frode della leader di estrema destra e il divieto di ricandidarsi alle sue battaglie legali. "Le è stato vietato di candidarsi per cinque anni ed era la candidata principale", ha detto Trump.

Salvini: "Da Bruxelles dichiarazione di guerra, avanti amica mia"

 Chi ha paura del giudizio degli elettori, spesso si fa rassicurare dal giudizio dei tribunali. A Parigi hanno condannato Marine Le Pen e vorrebbero escluderla dalla vita politica. Un brutto film che stiamo vedendo anche in altri Paesi come la Romania. Quella contro Marine Le Pen è una dichiarazione di guerra da parte di Bruxelles, in un momento in cui le pulsioni belliche di Von der Leyen e Macron sono spaventose. Non ci facciamo intimidire, non ci fermiamo: avanti tutta amica mia!". Così il leader della Lega, Matteo Salvini, in una nota.

L'ungherese Orban con Le Pen: "Je suis Marine"

 "Je suis Marine". Così il premier ungherese Viktor Orban su X ha espresso la sua vicinanza a Le Pen. Orban è dello stesso gruppo dei Patrioti per l'Europa al Parlamento europeo di Rassemblement National.

Il Cremlino: "Condanna che viola le norme democratiche"

 La condanna di Marine Le Pen è una "violazione delle norme democratiche". È il commento del Cremlino alla sentenza del tribunale di Parigi.

Usa: "Le Pen? Esclusione candidati è preoccupante"

  L'esclusione di candidati dalla politica è "preoccupante". Lo ha detto la portavoce del dipartimento di Stato Tammy Rice. "L'esclusione delle persone dal processo politico è particolarmente preoccupante data la legislazione aggressiva e corrotta intrapresa contro il presidente Trump qui negli Stati Uniti", ha spiegato. 

Musk: "Abuso del sistema legale"

 "Quando la sinistra non può vincere al voto democratico abusa sul sistema legale per incarcerare i loro rivali. Questa è la sua strategia standard in tutto il mondo". Lo afferma Elon Musk su X commentando un post di Mike Benz su Marine LePen. "Marine Le Pen in Francia, Bolsonaro in Brasile, Imran Khan in Pakistan, Matteo Salvini in Italia, Donald Trump in America, Calin Georgescu in Romania. La persecuzione penale di ogni sfidante populista è una pugnalata al cuore della credibilità della democrazia", scrive Benz.

Il Csm francese: "Inaccettabili minacce ai giudici"'

 'Le minacce che prendono di mira personalmente i magistrati incaricati del dossier, come anche le dichiarazioni di responsabili politici sul fondamento dei procedimenti o della condanna, in particolare, dell'enunciato del verdetto, non possono venire accettate in una società democratica''. Lo dichiara in una nota il Consiglio superiore della magistratura francese esprime ''preoccupazione dinanzi alle virulente reazioni'' alla condanna di Marine Le Pen. ''Queste reazioni possono rimettere gravemente in causa l'indipendenza dell'autorità giudiziaria, fondamento dello Stato di diritto, di cui il Csm è garante costituzionale''.

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