A TRE MESI DALLA MORTE

Fratello Lo Porto: vogliamo la verità "Ci restituiscano il corpo di Giovanni"

"Gli Stati Uniti hanno sbagliato ma non se ne possono uscire con delle scuse. Vogliamo sapere cosa sia successo veramente", dichiara Giuseppe

25 Apr 2015 - 22:54
 © ansa

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"Sono passati tre mesi dal raid americano. Non so come sarà il corpo di mio fratello, se esista ancora. Ma qualsiasi cosa sia rimasta, anche un occhio, noi ne chiediamo la restituzione". A parlare così è Giuseppe Lo Porto, uno dei fratelli di Giovanni, il cooperante rimasto ucciso a gennaio da un raid americano antiterrorismo al confine tra Pakistan e Afghanistan.

"Non sappiamo nulla su come sia avvenuto il riconoscimento di mio fratello, alla Farnesina abbiamo già detto che rivogliamo il corpo e penso che anche per il governo questo sia un impegno. In questi anni siamo stati sempre in contatto quotidiano con la Farnesina: 365 giorni all'anno per tre anni, ci hanno sempre chiamato sia a me che a mia madre".

"Non bastano le scuse degli Usa" - Giuseppe Lo Porto si rivolge poi agli Stati Uniti: "Vogliamo la verità su quello che è successo. Qualcuno dovrà darci delle spiegazioni. Gli Usa hanno sbagliato ma non se ne possono uscire con delle scuse. Vogliamo sapere cosa sia successo veramente".

"Gli Stati Uniti forse hanno aspettato una conferma per dare la notizia e poi l'hanno divulgata. Qualcosa sarà andato male, di certo se Obama, il presidente della potenza mondiale per eccellenza, ha chiesto scusa, qualcosa sarà andato storto. Se gli Stati Uniti non attaccavano, mio fratello non sarebbe morto. Non sono stati i talebani a ucciderlo ma gli americani. Altrimenti Obama non avrebbe chiesto scusa", aggiunge il fratello della vittima.

"Vergognosa la Camera deserta" - Giuseppe Lo Porto critica poi i deputati italiani che hanno disertato l'Aula della Camera durante le comunicazioni del ministro Gentiloni: "Al di là del fatto che sono il fratello di Giovanni, da cittadino italiano posso solo dire che è stato vergognoso assistere a un'aula del parlamento semivuota, con appena 40 persone che litigavano tra loro. Mi vergogno di essere italiano". "Le polemiche le fanno tra loro solo per questioni di potere. In tv litigano, alla Camera litigano, dovrebbero dare l'esempio. All'estero che immagine diamo di questo Paese? Facciamo ridere", conclude.

Casa Bianca: "Obama non aveva certezze quando vide Renzi" - "Se il processo di raccolta delle informazioni necessarie sul caso di Giovanni Lo Porto fosse stato completato, il presidente Obama avrebbe sicuramente informato il premier Renzi quando era a Washington". Lo ha detto all'Ansa il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Edward Price.

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