Buona parte dei reperti scomparsi, soprattutto gemme e antichi gioielli, sono stati finora recuperati sull'isola o all'estero. Alcuni di essi sarebbero passati tra le mani di un collezionista di Washington
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Le indagini sulle centinaia di tesori e reperti spariti negli ultimi anni dal British Museum di Londra si allargano agli Stati Uniti. Lo riporta la Bbc, secondo cui l'Fbi è entrata in azione, in parallelo con le investigazioni portate avanti nel Regno da Scotland Yard, sulla base del sospetto coinvolgimento di un qualche ricettatore attivo sul mercato illegale americano.
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La vicenda ha portato la scorsa estate alle dimissioni sia del direttore del museo Hartwig Fischer che del suo vice, Jonathan Williams e al licenziamento del curatore Peter Higgs. Il museo ha fatto causa a quest'ultimo, che avrebbe rubato migliaia di manufatti per metterli in vendita online. Tuttavia, non sono stati compiuti arresti.
Secondo il museo, sono scomparsi circa 1.500 reperti. Molti di essi, in maggioranza gemme e antichi gioielli, sono stati finora recuperati sull'isola o all'estero. Si è anche scoperto che alcuni sono stati trafugati e altri perduti. Fra gli oggetti ritrovati, rivela ancora l'emittente britannica, ce ne sono almeno 268 che risultano essere transitati fra le mani di un ricco collezionista (per ora anonimo) di Washington: oggetti alle cui ricerche l'Fbi sta collaborando già da alcuni mesi, a quanto s'intuisce, con l'obiettivo di provare a rintracciarli e a restituirli tutti.
Il British Museum, uno dei più celebri del Regno Unito e del mondo custodisce numerosi tesori, tra cui i marmi del Partenone, giunti a Londra in epoca imperiale, tesoro di cui la Grecia chiede da tempo, invano, di tornare in possesso e la Stele di Rosetta iconica lastra di granito che consentì a uno studioso francese di decrittare l'antico linguaggio degli Egizi.