G20, i leader alla cena di gala al Quirinale
© Quirinale
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Il premier ha parlato in conferenza al termine del summit di Roma: "Il senso di urgenza c'è ed è stato condiviso da tutti. L'obiettivo di 1,5 gradi è stato riconosciuto come scientificamente valido"
Intervenendo in conferenza stampa al termine del G20 di Roma, Mario Draghi ha definito "un successo" il summit dei leader mondiali. "Sembrava che i Paesi emergenti non avessero nessuna intenzione di prendere altri impegni e invece ci siamo accordati su provvedimenti, stanziamenti di denaro e promesse di riduzione", ha detto il premier. In particolare, ha spiegato, l'intesa c'è sul carbone e sul surriscaldamento globale da tenere sotto i 1,5 gradi.
Impegni concreti - Sul clima "per la prima volta i Paesi del G20 si sono impegnati a mantenere a portata di mano l'obiettivo di contenere il surriscaldamento sotto i 1,5 gradi con azioni immediate e impegni a medio termine. Anche sul carbone i finanziamenti pubblici non andranno oltre la fine di quest'anno", ha detto il presidente del Consiglio. "E' facile suggerire cose difficili, difficile è eseguirle. Quello che ha fatto il G20 è un risultato straordinario che poteva essere raggiunto solo in un contesto multilaterale. Quello che stiamo facendo oggi è un passo avanti in una situazione difficile", ha garantito il premier.
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Summit di successo - Secondo Draghi è stato "un summit di successo nel senso di mantenere vivi i nostri sogni, impegnarci a ulteriori provvedimenti, stanziamenti di denaro, ulteriori promesse di riduzione. Negli ultimi mesi sembrava che i Paesi emergenti non avessero nessuna intenzione di prendere altri impegni. Il successo finale viene formulato poi sulla base di quello che facciamo e non di quello che diciamo. Impegno collettivo a essere più concreti e seri", ha detto.
Sorpresa Cina - Draghi si è poi detto stupito dall'atteggiamento di Pechino. "Dalla Cina fino a pochi giorni fa mi attendevo un atteggiamento più rigido, c'è stata la volontà di cogliere un linguaggio più rivolto al futuro che al passato. La Russia e la Cina hanno accettato l'evidenza scientifica degli 1,5 gradi, che comporta notevolissimi sacrifici, non sono impegni facili da mantenersi. La Cina produce il 50% dell'acciaio mondiale, molti impianti vanno a carbone, e' una transizione difficile", ha spiegato.
La disponibilità dei privati - "C'è stata una parte della riunione dedicata a quello che il settore privato può fare, ci sono iniziative, partnership avviate nei mesi scorsi, è chiaro che il denaro non è un problema. Il pubblico sta facendo moltissimo ma non può far tutto. Il settore privato può mettere parecchi trilioni di dollari a disposizione, c'è molto interesse da parte del settore privato a partecipare a queste iniziative. Bisogna allineare le politiche pubbliche agli incentivi che il settore privato ha per entrare in questo settore", ha aggiunto Draghi.
L'impegno sulle emissioni zero - Rispetto alla situazione precedente "l'impegno è un pochino più verso il 2050. Nel linguaggio del comunicato non è un impegno preciso nel 2050 ma prima era un impegno assolutamente assente, si parlava addirittura di fine secolo. C'è stato uno spostamento, con un linguaggio più ricco di speranza anche da parte di Paesi che fino a oggi avevano detto no, io ne riparlo alla fine del secolo". Così Mario Draghi ha commentato le posizioni di Cina e Russia sull'obiettivo di emissioni zero. "Queste cose cominciano con gli aggiustamenti nei comunicati stampa poi diventano azioni concrete. C'è da essere abbastanza soddisfatti, secondo me gradualmente ci si arriverà", ha concluso.