G7, i ministri degli Esteri riuniti in Giappone
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I ministri degli Esteri dei principali Paesi industrializzati al termine di due giorni di incontri in Giappone: "La Corea del Nord si astenga da nuov9i test nucleari"
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I ministri degli Esteri del G7 hanno annunciato che i Paesi che forniscono assistenza alla Russia per la guerra in Ucraina "pagheranno un prezzo pesante". È quanto si legge in una dichiarazione rilasciata al termine di due giorni di colloqui in Giappone. I rappresentanti degli Stati più industrializzati hanno inoltre chiesto la fine "immediata" dei combattimenti in Sudan, dove gli scontri tra l'esercito regolare e le forze paramilitari hanno provocato la morte di quasi 200 persone da sabato.
I ministri, riuniti a Karuizawa, hanno riferito di voler rafforzare l'applicazione delle sanzioni già intraprese nei confronti della Russia e hanno definito "inaccettabile" l'annuncio da parte di Mosca dell'intenzione di inviare armi nucleari alla Bielorussia.
Il G7 considera inoltre l'accordo sui cereali del Mar Nero "di massima importanza" ed esorta il Cremlino a non
limitarne il periodo di validità.
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"Esortiamo tutte le parti a porre immediatamente fine alla violenza, ad allentare le tensioni e a ripristinare il governo civile in Sudan", si legge nella dichiarazione congiunta. Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha parlato separatamente con i due generali rivali che lottano per il potere in Sudan e ha insistito "sull'urgenza di raggiungere un cessate il fuoco". Lo ha riferito il suo portavoce, Vedant Patel. Un cessate il fuoco "aiuterebbe a fornire aiuti umanitari alle persone colpite dai combattimenti, riunire le famiglie sudanesi e garantire la sicurezza dei membri della comunità internazionale a Khartoum".
I ministri degli Esteri del G7 hanno poi insistito sul fatto che "non vi è alcun cambiamento nelle posizioni di base su Taiwan, comprese le politiche dichiarate dell'Unica Cina", ma si oppongono "alle attività di militarizzazione" di Pechino nel Mar Cinese meridionale. Le parti hanno ribadito che "non esiste una base legale per le estese rivendicazioni marittime della Cina nel Mar Cinese meridionale", manifestando opposizione "alle attività di militarizzazione della Repubblica Popolare nella regione".
I capi della diplomazia dei Sette hanno infine esortato la Corea del Nord ad "astenersi" da qualsiasi ulteriore test nucleare o lancio di missili balistici, altrimenti "dovrà affrontare una risposta robusta. Chiediamo a Pyongyang di astenersi da ogni nuova azione destabilizzante o provocatoria".