Gammy, la madre thailandese rivuole anche la sorella gemella
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Il padre biologico dei bimbi era stato condannato per pedofilia. Ma sulla vicenda dei bimbi nati per surroga è uno scambio d'accuse incrociate
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La vicenda di Gammy, il gemellino Down scartato dai genitori biologici e adottato dalla madre surrogata in Thailandia, sta diventando ancora più complicata. Il padre biologico dei bambini pare fosse stato già condannato per pedofilia. Per questo la madre thailandese ora rivuole indietro l'altra gemellina ed è pronta a fare causa alla coppia australiana.
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La rivelazione di questa condanna nei confronti del padre, e la tesi della coppia secondo cui l'esistenza del bambino malato era a loro ignota, ha fatto infuriare la donna thailandese: ora intende intentare causa ai due per danni, e soprattutto chiede la restituzione anche della sorellina nata sana. Il problematico passato del padre, un uomo ultracinquantenne, comprende una condanna del 1998 per atti osceni su bambine minori di 13 anni, scontata in carcere.
La moglie sapeva del suo passato - Il fatto era a conoscenza della moglie, che però ha dichiarato di considerare ugualmente il marito "una brava persona". Informata della notizia, la madre surrogata si è pero' detta "scioccata", e ha chiesto che gli venga affidata anche la sorella gemella di Gammy, nata lo scorso dicembre senza problemi di salute e riportata in Australia dalla coppia come da accordi. I due australiani hanno inoltre smentito la ricostruzione della vicenda di Gammy fatta dalla madre thailandese, Pattaramon Chanbua.
Le due versioni sono incompatibili - La donna (21 anni) aveva dichiarato che i due le avevano chiesto di abortire quando hanno appreso dei problemi del bambino (tra cui una malformazione cardiaca congenita), che una volta nato sarebbe stato ignorato dai genitori. Gli australiani sostengono invece di non essere stati a conoscenza del secondo nato, dato che il medico avrebbe detto loro solo della bambina. Da qui il disappunto di Pattaramon, che qualche giorno fa sosteneva di aver perdonato la coppia: ora propone un dibattito in tv per far emergere la verità, e si dice intenzionata a portare la vicenda in tribunale.
Una "surroga" per 11mila euro - I genitori biologici e la madre surrogata erano stati messi in contatto da un intermediario thailandese, per un compenso alla donna di poco più di 11mila euro, per altro neanche saldato per intero a Pattaramon dall'agente. Assieme al marito, la donna ha già altri due figli piccoli e dispone di entrate mensili molto limitate, quello che riesce a guadagnare con un ristorantino di strada a Chonburi, a 90 km da Bangkok.
Raccolti già 230mila dollari - La coppia non può permettersi di pagare le cure necessarie per Gammy, che è ora ricoverato in ospedale per un'infezione polmonare che rischia di essergli fatale. La storia ha però fatto scattare una campagna di raccolta fondi online ("Hope for Gammy") che ha finora raccolto oltre 230mila dollari. Sul caso si sta muovendo anche il governo di Canberra, che ha prospettato la concessione della cittadinanza australiana al bambino.