"Sui prezzi dell'energia i Paesi sono molto esitanti ad agire, ne riparleremo a ottobre", ha commentato il premier
La richiesta del premier Mario Draghi per convocare a luglio un vertice europeo straordinario su gas ed energia non sembra aver trovato sponda a Bruxelles: a Eurosummit ancora in corso, fonti europee hanno infatti fatto sapere che "non ci sono piani per un summit straordinario a luglio". Potrebbe però comunque essere convocato un vertice dei ministri europei dell'Energia, ma la decisione finale spetta al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.
"Sui prezzi dell'energia i Paesi sono molto esitanti ad agire, ho chiesto Consiglio straordinario sull'energia a luglio ma mi è stato fatto notare che non abbiamo ancora uno studio sul quale discutere. Ecco, ora nella risoluzione finale il Consiglio invita la Commissione a produrre questo studio entro settembre, per poi discuterne nel Consiglio di ottobre", ha aggiunto Draghi. "Non mi sento deluso da questo Consiglio. Anzi, non mi aspettavo di poter fissare una data precisa per un rapporto completo sulla questione dell'energia: le cose si stanno muovendo, anche se magari non avvengono rapidamente come uno vorrebbe".
Il premier italiano ha comunque ricordato che sui prezzi dell'energia è necessario "agire subito, perché sta succedendo che da un'inflazione che dipendeva sostanzialmente dall'energia ora dipende anche da altre cose. Questi aumenti si spargono e diventano aumenti di altre merci". Draghi ha comunque chiarito che l'Italia "per quanto riguarda gli stoccaggi sta andando molto bene, ci stiamo preparando per l'inverno. Per quanto riguarda la dipendenza dal gas russo l'anno scorso era il 40%, oggi è il 25%".
Draghi: principale obiezione a tetto a prezzi è paura nuovi tagli forniture da Russia - Oggi la principale obiezione al tetto al prezzo è la paura che la Russia tagli ancora di più le forniture", ha detto il presidente del Consiglio nella conferenza stampa al termine del Consiglio europeo. "C'è molta consapevolezza rispetto alla serietà della situazione. C'è stato un impegno chiaro a coordinarci di più sui fronti della ricerca di nuovi fornitori, degli stoccaggi, di piattaforme comuni".
"Certo che ci deve essere solidarietà e serve una risposta alle richieste di controllare il prezzo del gas - ha concluso Draghi -. Oggi la principale obiezione è la paura che la Russia tagli ancora di più le forniture ma oggi siamo a una fase in cui il taglio in Germania è al 50%. Putin sta avendo le stesse entrate e l'offerta russa diminuisce".