VIOLENZA INTERMINABILE

Gaza, bombardata una torre sede dei media | Razzi verso Israele, vittime a Tel Aviv

Strage in un campo profughi: sterminata una famiglia con otto bimbi e due donne. Nella notte Hamas bombarda nuovamente Tel Aviv, scatenando la risposta di Israele: colpiti edifici residenziali

16 Mag 2021 - 01:58

Non si attenua il fuoco su Gaza. L'esercito israeliano ha bombardato, dopo un breve preavviso, il grattacielo al-Jala, sede di alcuni media tra cui al-Jazeera e l'agenzia internazionale Associated Press. A Tel Aviv è rimasto ucciso un uomo di 50 anni, in quella che è stata definita una risposta all'attacco al campo profughi di al Shati, nel nord della Striscia, che ha fatto registrare un drammatico bilancio: la strage di otto bambini e due donne. Nella notte Hamas bombarda nuovamente Tel Aviv, scatenando la risposta di Israele che colpisce edifici residenziali a Gaza City: diverse vittime e persone sotto le macerie.

Secondo l'esercito, sono oltre 2.300 i razzi sparati su Israele. Il raid alla torre dei media è stato condannato dalla Casa Bianca, con Joe Biden che ha sentito al telefono il premier Benjamin Netanyahu. Per la prima volta dal suo insediamento, il presidente americano ha anche parlato con il leader palestinese Abu Mazen, al quale ha sottolineato gli "sforzi degli Stati Uniti per riportare la calma e ridurre la violenza nella regione".

Raid su Gaza: Israele colpisce il grattacielo Al Jala, sede dei media

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Israele contro Hamas - Netanyahu ha ribadito che Israele "fa tutto il possibile per evitare di colpire persone non coinvolte. La prova è che le torri, al cui interno c'erano obiettivi terroristici sono state sgomberate dalle persone non coinvolte". Poco prima il portavoce militare israeliano aveva ribadito che Hamas "ha trasformato zone residenziali a Gaza in postazioni militari. Usa edifici elevati per fini militari di vario genere come la raccolta di informazioni di intelligence, la progettazione di attacchi, operazioni di comando e controllo e per le comunicazioni".

La reazione dei media - I vertici dei media hanno reagito con durezza: "Siamo sconvolti e inorriditi". Al Jazeera ha bollato il raid aereo israeliano "come un chiaro atto per impedire ai giornalisti di svolgere il loro sacro dovere di informare il mondo. Vuol dire mettere a tacere i media e nascondere la carneficina e la sofferenza indicibili della popolazione di Gaza".

I razzi lanciati da Gaza - Sul campo lo scontro si fa sempre più duro. Da Gaza sono stati lanciati da inizio conflitto circa 2.400 razzi: la parte più colpita è stato il sud del Paese. Ma, dopo alcuni giorni di pausa, decine si sono abbattuti anche su Tel Aviv e la zona metropolitana, costringendo la gente - compresa quella in spiaggia - a correre nei rifugi. A Ramat Gan, sobborgo cittadino sede di alcune ambasciate internazionali inclusa la residenza italiana - i missili hanno centrato una casa uccidendo un uomo e danneggiato edifici intorno.

Una strage continua - Finora in Israele i feriti sono 140 e dieci i morti in totale: otto colpiti direttamente dai razzi, due per gli effetti collaterali. Mentre a Gaza le vittime sono 145 (di cui 41 bambini) e i feriti circa 1.100, Hamas ha rivendicato la selva di razzi su Tel Aviv "come risposta alla strage", durante un attacco dell'aviazione israeliana, della famiglia Abu Hatab di cui si è salvato solo un bambino estratto dalle macerie. Lo Stato ebraico ha replicato che il raid era diretto a colpire alti esponenti di Hamas che si trovavano a Shati e che l'organizzazione terroristica "usa deliberatamente civili come scudi umani per proteggere le proprie attività ostili".

La situazione non accenna a un rallentamento. In Israele è arrivato l'inviato di Biden, Hady Amr, vice assistente per gli affari palestinesi e israeliani, nel tentativo di trovare una mediazione.

Nuovi bombardamenti su Tel Aviv - Prima di mezzanotte Hamas aveva però annunciato un nuovo attacco su Tel Aviv. Un cessate il fuoco di due ore, dopo le quali gli israeliano sarebbero tornati "a stare su una gamba sola", ossia in uno stato di incertezza e di ansia. L'organizzazione palestinese ha poi mantenuto la parola, lanciando un'altra pesante raffica di razzi nello Stato ebraico, che ha risposto mettendo in funzione il sistema antimissile Iron Dome.

Persone nei rifugi - "Uomini, donne, bambini e anziani si sono ritirate nei rifugi", hanno riferito le forze armate israeliane. Intorno alla mezzanotte un veicolo palestinese ha sfondato un checkpoint militare e ha tentato di travolgere i soldati israeliani a sud-ovest di Hebron. Un soldato israeliano ha risposto all'attentato sparando verso il veicolo.

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