L'ambasciatore Maurizio Massari, rappresentante permanente italiano all'Onu: non si menziona inoltre la richiesta del rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi del 7 ottobre
Riferendosi all'astensione dell'Italia alla risoluzione Onu sul conflitto in Medioriente, Giorgia Meloni ha spiegato che "era la scelta più equilibrata fra le posizioni possibili". Il premier ha anche aggiunto che "stiamo cercando di mantenere l'equilibrio, e sia il voto a favore sia quello contrario sarebbero stati voti che spostavano l'Italia rispetto alla posizione che sta tenendo. E' stato giusto tenere la posizione più equilibrata rispetto all'obiettivo di impedire una escalation del conflitto, la cosa più responsabile che si possa fare ora". Poco prima l'ambasciatore Maurizio Massari, rappresentante permanente italiano all'Onu, aveva sottolineato che "l'Italia si è astenuta" sulla risoluzione Onu per la tregua a Gaza "perché se da un lato riconosce gli sforzi delle parti arabe, questi non sono stati abbastanza per votare a favore. Manca la condanna inequivocabile degli attacchi di Hamas a Israele, il riconoscimento del diritto di difendersi di ogni Stato sotto attacco, in questo caso Israele, e non menziona la richiesta del rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi del 7 ottobre".
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La risoluzione, che non è vincolante perchè approvata dall'Assemblea e non dal Consiglio di Sicurezza, mira a garantire l'ingresso degli aiuti e a impedire lo sfollamento forzato. Il testo ha ottenuto 120 voti a favore, due dei quali sono arrivati da Francia e Spagna, e 14 contrari (tra cui gli Usa e Israele). Sono stati 45, invece, gli astenuti tra i quali figurano appunto anche Italia, Germania e Regno Unito. Per passare era richiesta la maggioranza dei due terzi di presenti e votanti dei 193 Paesi, gli astenuti non contano.
"È un giorno che passerà alla storia nell'infamia, un giorno buio per l'Onu, che non ha più un briciolo di rilevanza o legittimità", ha tuonato l'ambasciatore israeliano Gilad Erdan. La risoluzione era stata ostacolata anche dagli Stati Uniti, che avevano più volte segnalato che il testo della bozza non conteneva le parole "Hamas" e "ostaggi". Bocciato, invece, l'emendamento presentato dal Canada con il quale Ottawa voleva aggiungere al testo una condanna diretta dell'attacco dei miliziani, un passaggio difficilmente digeribili dal fronte arabo.
"Gli obiettivi di Hamas sono disgustosi. Non c'è giustificazione per il terrorismo, dobbiamo condannare gli atti terroristici di Hamas", è tornata a sottolineare l'ambasciatrice americana al Palazzo di Vetro Linda Thomas-Greenfield durante i lavori, ricordando che "Hamas non si è mai preoccupato della sicurezza o del benessere della gente che dice di rappresentare, per loro i civili palestinesi sono scudi umani".
La risoluzione approvata dall'Onu in merito al conflitto in Medioriente "non è una vittoria di qualche posizione nazionale, è una vittoria del buonsenso, della giustizia e delle considerazioni umanitarie". Lo ha affermato il rappresentante permanente della Federazione Russa presso le Nazioni Unite, Vasily Nebenzya. Lo riporta la Tass. "Ha prevalso la voce del mondo arabo unito e di tutti i membri sensibili della comunità internazionale", ha aggiunto. Secondo Nebenzya ora lui le parti in conflitto devono "ascoltare la risoluzione e fermare la violenza".
Sull'astensione dell'Italia sulla risoluzione dell'Onu si è espresso anche il leader del M5s, Giuseppe Conte. "Per la pace ci vogliono schiena dritta e coraggio, non la debolezza e la codardia di un governo che con una decisione pilatesca dimostra di considerare la sofferenza dei civili un drammatico ma inevitabile effetto collaterale della guerra".