Il video di Wael Al Dahdouh con in braccio il cadavere della piccola figlia morta ha fatto il giro del mondo. Erano a sud della Striscia perché Tel Aviv aveva ordinato di liberare la zona a nord
Gaza, giovedì 25 ottobre, la tragedia nella tragedia. Al Jazeera Arabic rende noto che il suo corrispondente dalla Striscia, Wael Al Dahdouh, ha perso tutta la sua famiglia. L'uomo lo ha appreso mentre stava svolgendo il suo lavoro. Moglie, figlio (15 anni) e figlia (6 anni) sono stati uccisi da un bombardamento israeliano quando si trovavano all'interno di una casa nella quale si erano rifugiati. Wael Dahdouh è vivo, ma non ha più niente. La tragica sorte toccata alla sua famiglia, al momento, è la medesima subìta da 7 mila palestinesi (quasi 3mila bambini) nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre, giorno in cui Hamas ha colpito al cuore Israele con un'azione terroristica con pochi precedenti. Ad oggi, sono 24 i giornalisti morti a Gaza dall'inizio dei raid che Tel Aviv sta portando avanti senza sosta.
Le strazianti immagini di Wael Al Dahdouh hanno fatto il giro del mondo, soprattutto sui social media. Dahdouh era in diretta su Al Jazeera, la tv del Qatar dove lavora come corrispondente e direttore dell'ufficio del canale a Gaza, quando è stato aggiornato sulla devastante situazione che avrebbe dovuto affrontare. Da giorni stava seguendo l'aggressione israeliana alla Striscia. Sua moglie e i suoi figli sono morti quando un raid israeliano ha colpita la casa in cui si erano rifugiati nei pressi del campo profughi di Nuseirat, nel sud della Striscia. Si trovavano lì dopo aver lasciato la loro casa nel nord in seguito all'ordine di evacuazione di Israele.
Appresa la notizia, Wael Al Dahdouh ha raggiunto l'ospedale per vedere i suoi famigliari all'obitorio. Altri membri della famiglia di Wael Al Dahdouh, inclusa una nipote piccola, sono sopravvissuti. Secondo quanto si è appreso, il figlio adolescente, Mahmoud, avrebbe voluto diventare un reporter come il padre.
Il giornalista, ovviamente sotto shock, dopo aver cominciato ad affrontare il suo dramma personale ha parlato ad Al Jazeera: "Quello che è successo è chiaro, si tratta di una serie di attacchi mirati contro bambini, donne e civili. Stavo giusto riferendo da Yarmouk di un simile attacco, e i raid israeliani hanno preso di mira molte aree, incluso Nuseirat. Avevamo i nostri dubbi che l’occupazione israeliana non avrebbe lasciato andare queste persone senza punirle. E purtroppo è quello che è successo". La collega Youmna Elsayed, invece, ha così commentato: "Lui calma tutti. Ci dice di prenderci cura delle nostre famiglie. Ci parla come un fratello maggiore, non solo come un capoufficio. È straziante vederlo raccontare della sua famiglia di Wael e vedere quanto sia distrutto. Non ha lasciato Gaza. È rimasto lì, nonostante tutte le minacce e gli avvertimenti, e non si è fermato per 19 giorni".
Sono almeno 24 i giornalisti rimasti uccisi nei primi dieci giorni del conflitto tra Israele e Hamas. Lo dimostrano i dati raccolti dal Committee to Protect Journalists. Un numero impressionante se si pensa che, sempre secondo il Cpj, i giornalisti che hanno perso la vita nei due anni del conflitto in Ucraina sono stati 15.