Il presidente russo avverte: "Chi mette il price cap resta tagliato fuori". E aggiunge: "I beneficiari della rottura del Nord Stream sono evidenti, gli Usa"
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Gazprom rilancia l'allarme gelo per le città in Europa durante l'inverno. "Intere città europee potrebbero congelare durante il picco di freddo invernale", ha detto il numero uno del colosso energetico russo Aleksey Miller. Parole che sembrano una "rivendicazione" del videoclip pubblicato un mese fa e attribuito proprio a Gazprom, in cui si vedono città del Vecchio Continente avvolte dal gelo. "Nessuno può garantire che l'Europa potrà superare l'inverno con l'attuale volume delle riserve di gas", ha aggiunto Miller, secondo il quale "circa 800 milioni di metri cubi di gas al giorno potrebbero non bastare all'Ue in caso di freddo anomalo".
Nel frattempo a Mosca, durante la settimana dell'energia russa, il presidente Vladimir Putin è tornato a parlare di gas: "Pronti ad aumentare le forniture all'Ue ma dipende da loro", con la possibilità di riprendere i flussi attraverso il Nord Stream 2, gasdotto mai attivato in seguito all'invasione russa in Ucraina.
Quanto alla questione del price cap, ha chiarito: "Non forniremo energia a quegli Stati che impongono un tetto ai prezzi dell'energia". Per Putin, infatti, si tratterebbe di un "gioco truccato" di cui "a trarne beneficio saranno gli Usa, che ora potranno fornire risorse energetiche a prezzi elevati, ma anche i Paesi con rotte di approvvigionamento alternative come Ucraina e Polonia".
"Lo scopo dell'atto terroristico contro i gasdotti Nord Stream era quello di minare la sicurezza energetica dell'intero continente. Dietro il sabotaggio, c'è qualcuno che vuole tagliare completamente i legami tra la Russia e l'Ue e così indebolire l'Europa", ha poi concluso.
"Nice try", è il commento che arriva direttamente da Berlino. La portavoce del governo tedesco, Christiane Hoffmann, mette in discussione le ultime affermazioni di Putin sulla disponibilità a utilizzare Nord Stream2. "La Russia non è più un fornitore affidabile. Già prima dei danni al gasdotto Nord Stream 1, il gas non era più fluito. Non esiste un embargo sul gas russo".