In sala operatoria era andata in arresto cardiaco per 68 secondi
"My family are my world", "la mia famiglia è tutto il mio mondo", scriveva Shannon Everett, una 22enne del Galles (Gran Bretagna), sul suo prifilo Facebook. La stessa famiglia di cui però ora non ha più alcun ricordo. A causare un tale buco nella sua memoria è stato un arresto cardiaco mentre stava mettendo al mondo il suo secondo figlio Nico. Durante il parto il cuore della ragazza ha smesso di battere per 68 infiniti secondi. I medici sono stati costretti a indurle il coma. Dopo due settimane si è risvegliata convinta di avere 13 anni: nessun ricordo né del suo compagno né dei suoi due figli.
"Eravamo andati in ospedale - ha detto Nicola, la madre di Shannon, al Daily Mail - pensando di tornare con un bambino invece è come se ne avessimo portati a casa due". Shannon è andata in arresto cardiaco per una complicazione durante il parto. E' stata in coma indotto per due settimane e quando si è risvegliata per tutti è stata una grande festa.
Alla felicità però è seguito presto un nuovo dolore perché il coma le aveva provocato un danno celebrale molto grave. La ragazza ora è costretta su una sedia a rotelle, è quasi totalmente cieca e non ha memoria dei suoi ultimi dieci anni. "Quando si è svegliata continuava a chiamarmi 'mammina' e quando le abbiamo chiesto dove abitasse ci ha dato l'indirizzo di una casa in cui risiedevamo quando aveva 13 anni. Non aveva idea di chi fosse il suo compagno e non ci credeva quando le abbiamo detto che aveva due figli, una bimba di tre anni e un bimbo appena nato", ha affermato Nicola.
Per farle tornare la memoria il compagno, Ian, le ha mostrato dei video di loro due insieme. Lei piano piano sta "accettando" l'idea di avere una famiglia di cui però continua a non avere dei ricordi. Ian le è sempre stato vicino in queste settimane. "Io gli ho detto che se l'avesse lasciata non l'avrei biasimato - ha detto la signora Everett- ma lui mi ha risposto 'nemmeno per idea'. Il mio solo desiderio è vederli di nuovo uniti"
Shannon dopo sei settimane in ospedale è stata dimessa. Ora vive a casa della madre che si prende cura di lei come se fosse una bambina. I suoi genitori e il compagno nella speranza di accelerare la sua riabilitazione hanno lanciato una raccolta fondi. Magari con le cure adeguate la 22enne sarà in grado di tornare a camminare, potrà recuperare la vista. Ma per lei quello che conta di più è riavere il pezzo più prezioso della sua memoria: quello legato alla famiglia.