Londra, panico vicino a London Bridge per aggressione
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Il sospetto, un ex detenuto legato a gruppi di matrice islamica, è stato ucciso dalla polizia: brandiva un coltello e addosso aveva un finto giubbotto esplosivo
Panico sul London Bridge, nel centro di Londra, dove un 28enne armato di coltello, Usman Khan, è stato ucciso dalla polizia dopo aver ferito diversi passanti. Due accoltellati sono poi morti. Almeno 10 le persone ferite. Scotland Yard ha fatto sapere che il caso viene trattato come terrorismo e che addosso all'aggressore è stato trovato un finto giubbotto esplosivo. Il killer, in libertà vigilata e condannato per terrorismo, sarebbe legato a gruppi di matrice islamica.
Disarmato dai passanti L'attentatore è stato neutralizzato anche grazie all'intervento di un passante, che lo ha affrontato riuscendo a disarmarlo prima che la polizia intervenisse sparando all'aggressore. Informato dell'accaduto, il primo ministro britannico, Boris Johnson, che era impegnato per un evento nel suo collegio elettorale, è tornato a Londra manifestando vicinanza alle vittime dell'attacco.
La ricostruzione dell'attacco L'allarme è stato dato verso le 14 locali, le 15 in Italia, con l'intervento nel giro di 5 minuti delle prime pattuglie di agenti, mentre dei coraggiosi passanti si erano già lanciati sull'aggressore per fermarlo. Le immagini dei video amatoriali sono poi rimbalzate a raccontare l'aggressione in diretta: i fendenti, la lotta di alcune persone con l'uomo, l'arrivo dei poliziotti, gli spari, l'assalitore a terra. Il killer indossava in apparenza un gilet esplosivo e solo dopo i primi test gli investigatori hanno individuato come fasullo.
"Posso confermare - ha detto Neil Basu, numero due di Scotland Yard e responsabile dell'antiterrorismo - che il sospetto è stato colpito ed è morto sul posto. Aveva addosso un falso ordigno esplosivo". "Data la natura dell'incidente, siamo in condizione di dichiarare che è stata un'azione terroristica", ha proseguito Basu, precisando che l'inchiesta è agli inizi e i detective restano al momento "aperti a tutte le piste" sul movente.
Il killer era in libertà vigilata L'aggressore del London Bridge, secondo quanto riferiscono fonti della sicurezza britannica, era un ex detenuto con legami con gruppi terroristici di matrice islamica. 28 anni, si chiamava Usman Khan ed era in libertà vigilata dallo scorso anno, dopo aver scontato sei anni per terrorismo. Diversi media britannici hanno riferito che indossava un braccialetto elettronico alla caviglia.
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Il killer aveva partecipato subito prima dell'accoltellamento a una conferenza sulla riabilitazione dei detenuti organizzata a Londra dalla Università di Cambridge e svoltasi nella non lontana Fishmongers' Hall, minacciando di far saltare in aria l'edificio e poi allontanandosi di corsa. Una fonte investigativa conferma che quindi era un personaggio noto alla polizia britannica e ritenuto vicino a gruppi del terrorismo jihadista.
Il precedente attacco nel 2017 Il London Bridge era già stato teatro di un attacco jihadista nel giugno del 2017: i terroristi avevano lanciato un furgone contro i passanti, per poi accoltellare diverse persone nel Borough Market. Da novembre il livello di allarme terroristico in Gran Bretagna è stato abbassato da "grave" a "sostanziale", con un rischio di attentato considerato "probabile" e non "altamente probabile".