Secondo il quotidiano britannico Times, Seacox Heath viene usata dai diplomatici e 007 di Mosca "come rifugio per le vacanze e i fine settimana". Insieme ad altri 17 immobili potrebbe essere dato a Kiev
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Chissà se nella lista dei beni russi da sequestrare e donare all'Ucraina c'è anche questo castello. Di sicuro, il Times ha portato all'attenzione dell'opinione pubblica lo strano caso di Seacox Heath, fortezza del 19esimo secolo che per il quotidiano verrebbe usato "dai diplomatici russi e 007 dell'Fsb come rifugio per le vacanze e i fine settimana".
Il castello - Sono davvero in pochi, spiega il Times, a essere a conoscenza dell'interesse russo per Seacox Heath. E secondo un'indagine del giornale, il castello - che si trova nella campagna intorno a Tunbridge Wells, al confine tra Kent e East Sussex - potrebbe rientrare nell'elenco dei beni che potrebbero confiscati e donati all'Ucraina.
Il sequestro - Nei giorni scorsi, la ministra degli Esteri Liz Truss - indicata nel Regno Unito come possibile successore del dimissionario Boris Johnson - ha dichiarato di stare valutando di congelare i beni russi nel Paese e donarli alle vittime della guerra in Ucraina. Come riporta il Times, gran parte di questi immobili - per un valore totale intorno ai 100 milioni di sterline - si trovano nel quartiere di Highgate, a nord di Londra. La zona è frequentata da diplomatici e oligarchi russi.
Le proprietà russe - Tra i beni incriminati c'è anche Witanhurst, la seconda casa più grande di Londra dopo Buckingham Palace. Il proprietario è il miliardario Andrey Guryev, sanzionato dal governo inglese. Mosca possiede inoltre un condominio di lusso a Kensington e tre case a Holland Park. E, stando al Times, anche Seacox Heath.
Una guerra (anche) legale - Kiev starebbe anche pensando a un'azione legale per ottenere le proprietà russe sotto la lente del governo inglese. Secondo il Times, Vadym Prystaiko, l'ambasciatore ucraino nel Regno Unito, vuole portare la Russia in tribunale affinché i giudici la costringano a vendere i propri immobili in territorio britannico e a condividere i profitti. Non solo: ha esortato tutte le ambasciate ucraine nel mondo a fare lo stesso. Potrebbe essere l'inizio di una guerra di carte bollate, oltre a quella già in atto sul campo.