Secondo i giudici, il paese africano non è un posto sicuro in cui trasferire i richiedenti asilo. Il primo ministro britannico contro la decisione: "Lo Stato dovrebbe decidere chi accogliere, non le bande criminali"
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Il "Piano Ruanda" per i migranti voluto dal governo britannico è stato dichiarato illegale dalla Corte d'appello di Londra. Il piano prevede il trasferimento di quote di richiedenti asilo nel Paese africano a scopo dissuasivo, e fa parte della stretta sull'immigrazione irregolare. La decisione della corte, che ribalta il verdetto precedente, rappresenta un duro colpo per l'esecutivo di Rishi Sunak e per il disegno di legge noto come Illegal Migration Bill.
Annunciando la decisione della Corte d’Appello, il giudice Ian Burnett ha dichiarato: "Le carenze nel sistema di asilo in Ruanda sono tali che vi sono motivi sostanziali per ritenere che esista un rischio reale che le persone inviate in Ruanda vengano rimpatriate nei loro Paesi d’origine dove sono subire persecuzioni o altri trattamenti disumani".
Con la sentenza, viene a cadere uno dei punti principali dell'agenda del governo conservatore guidato da Rishi Sunak. Il primo ministro si è subito dichiarato in disaccordo con la decisione: "Il Ruanda è un Paese sicuro - ha detto - anche l'Alta Corte ha acconsentito. L'UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, ha il proprio programma per i migranti libici in Ruanda”. L'esecutivo chiederà l'appello alla Corte Suprema. “La nostra politica è molto semplice, è questo Paese che dovrebbe decidere chi viene qui, non le bande criminali. E farò tutto il necessario perché ciò accada", ha concluso il premier.
Nell'ultima settimana erano state numerose le polemiche relative al piano, soprattutto a causa dei costi dei trasferimenti, ritenuti da molti "troppo alti per essere sostenuti dal governo britannico". Tra i contestatori Caroline Nokes, deputata conservatrice e presidente della Commissione per le Pari opportunità della Camera dei Comuni. "Non solo è molto difficile giustificare l'invio dei richiedenti asilo in Ruanda, quando noi in realtà dovremmo aver messo in piedi un sistema d'asilo migliore, ma anche la questione economica è perfettamente legittima e importante", aveva dichiarato. Per ricollocare un richiedente asilo sarebbero state necessarie 169 mila sterline a persona (196 mila euro), in base ai dati diffusi il 26 giugno dal ministero dell'Interno: 63 mila sterline in più rispetto a quanto sarebbe stato necessario per mantenerlo nel Regno Unito.