Emergono i dettagli dell'operazione che portò all'uccisione del noto carnefice. Otto uomini di un reparto speciale furono inviati a Raqqa, in territorio nemico dove condussero le operazioni
© tgcom24
Il boia dell'Isis, Jihadi John, fu eliminato da un drone Usa in un raid in Siria. Ora emergono i retroscena dell'intera operazione. Una squadra di 8 uomini della Sas, le forze speciali britanniche, fu inviata a Raqqa. Nascosto in una buca nella sabbia, in territorio nemico, il team diresse le operazioni per far individuare agli americani il terrorista grazie a tre piccoli elicotteri a batteria. Compiuta la missione, i Sas rientrarono alla base.
Nascosti nel deserto per due giorni, secondo il "Mail on Sunday", i britannici fecero diversi tentativi con i piccoli elicotteri per individuare il boia. I primi due droni vennero richiamati perché le batterie si scaricarono.
Al team rimase un'ultima possibilità: se Jihadi John non fosse uscito nel giro di due ore, l'operazione sarebbe fallita. Invece il boia dell'Isis, responsabili di diverse esecuzioni, uscì con un gruppo di persone. Individuato, fu dato il via libera al drone americano Reaper Predator, armato con un missile, per colpire l'uomo grazie alle coordinate fornite dal mini-elicottero.
Chi era Jihadi John - Jihadi JohnJihadi John era nato in Kuwait nel 1988 ma si era trasferito con la famiglia a Londra all'età di 6 anni dove è cresciuto con un fratello e due sorelle. Laureato in informatica, era diventato uno degli uomini più ricercati al mondo dopo il video della decapitazione del giornalista americano James Foley nell'agosto del 2014. Poi ci fu quello del reporter Usa Steven Sotloff, dell'operatore americano Abdul-Rahman Kassig, dei britannici David Haines e Alan Henning e del giornalista giapponese Kenji Goto.