Piccoli geni

Geni della matematica si associano: pronto un teorema rivoluzionario

Lui e Xuming Liang si sono conosciuti online. Secondo gli esperti le loro ricerche cambieranno la storia della scienza

07 Nov 2015 - 08:00

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Ivan Zelich è un diciassettenne di Brisbane, Australia. Xuming Liang è un suo coetaneo di San Diego, California. Si sono conosciuti su un forum online e hanno stretto amicizia. Nulla di straordinario, insomma, se non fosse che i due sono autentici geni matematici. La loro storia, pubblicata sull'edizione australiana del Daily Mail, sta facendo il giro del mondo, perché secondo gli scienziati il teorema che stanno sviluppando in tandem - e che prenderà il loro nome - potrebbe aiutare a fare calcoli più velocemente di un computer e risolvere alcuni dei più grandi problemi dell'universo, mandando in pensione i teoremi e i metodi utilizzati finora.

"Xuming era su un forum di matematica e sono stato io a inviargli il primo messaggio: 'Bella soluzione, ma si può migliorare'", ha raccontato al quotidiano australiano il giovane Zelich. "Abbiamo scoperto che stavamo lavorando allo stesso problema, anche se lui era più orientato verso la parte geometrica, io su quella algebrica e sulla teoria delle stringhe. Abbiamo unito i nostri poteri e ottenuto un successo incredibile". Il feeling è stato immediato: tenendosi in contatto su Messenger e Facebook (e spesso sentendosi, a causa della differenza di fuso orario, a orari improbabili per l'uno o per l'altro), Ivan e Xuming hanno iniziato a lavorare insieme.

Che Ivan fosse un enfant prodige i suoi l'avevano capito prestissimo, quando -stando a quanto riporta il Daily Mail - ad appena due mesi il piccolo aveva iniziato a balbettare le prime parole. A tre anni, invece, già se la cavava con il concetto di numeri negativi. Adesso, per potersi dedicare a tempo pieno alle sue ricerche, il giovane cervellone (quoziente intellettivo 180) deve superare un unico ostacolo: gli esami del dodicesimo anno, che nel sistema scolastico australiano corrispondono in pratica alla nostra maturità. L'università del Queensland, a dire il vero, gli aveva offerto un posto già quando aveva 14 anni; allora era stata la madre di Ivan a insistere perché il figlio continuasse ad andare a scuola come tutti gli adolescenti della sua età. "Penso che quella di rimanere a scuola sia stata la scelta migliore - dice adesso il ragazzo - perché mi ha permesso di diventare una persona completa e di sviluppare una forte empatia con le persone".

Nella vita di Ivan, in ogni caso, non c'è solo la matematica: a diciassette anni parla sei lingue, è un pianista dotato, è campione regionale di nuoto e rappresenta il Queensland ai campionati nazionali di scacchi. Con l'obiettivo in mente di elaborare, in futuro, l'ormai celebre teoria del tutto, fra poco il ragazzo dovrà scegliere l'università: e che finisca al Mit di Boston, ad Harvard o in qualche altro prestigioso istituto, accaparrarsi questo giovane talento sarà un bel colpo per qualsiasi dipartimento.

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