Dopo il caso Buchenwald un nuovo motivo d'imbarazzo per Berlino, che pur di riuscire a sistemare i profughi in arrivo utilizza le vecchie strutture del Terzo Reich
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Dopo il caso dei migranti ospitati nel campo di sterminio di Buchenwald, la Germania compie un altro passo falso e scoppia una nuova polemica. perché pur di alloggiare i rifugiati, Berlino continua a utilizzare vecchi lager nazisti: questa volta gli immigrati sono stati inviati nel primo campo di concentramento aperto dal Terzo Reich, quello di Dachau, a pochi chilometri di distanza da Monaco di Baviera.
Gli edifici orqa adibiti a centro di accoglienza facevano parte dell'orto botanico del campo, in cui si coltivavano erbe medicinali. L'orto "era uno dei peggiori distaccamenti" di Dachau, ha ricordato all'International Business Times Gabriele Hammermann, dirigente del Luogo di ricordo allestito per commemorare le oltre 41mila vittime del lager che, assieme a quello di Auschwitz, è un simbolo dei campi di sterminio nazisti.
Nell'orto, esposti alle intemperie, lavoravano soprattutto "ebrei e detenuti per motivi religiosi", ha ricordato ancora la Hammermann aggiungendo che per questo "il tasso di decesso era enorme: era un luogo di morte e terrore". Il complesso non fa parte del Memoriale, ha sottolineato la sua responsabile, ma il suo utilizzo per senzatetto e profughi "resta controverso" anche se, a suo dire, non per motivi di opportunità storica: il problema è che è troppo lontano dai centri abitati e ostacola l'integrazione degli stranieri.
Una decina di giorni fa era nata una polemica su Buchenwald, l'ex campo di concentramento nazista a pochi chilometri da Weimar dove da mesi sono ospitati 21 profughi in attesa di conoscere l'esito della loro richiesta di asilo. Il campo di concentramento di Buchenwald era stato uno fra più grandi della Germania nazista.