Il partito estremista di Alternative fur Deutschland non ha bissato le vittorie ottenute in Turingia e Sassonia
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In Germania i socialdemocratici strappano la vittoria alle elezioni regionali in Brandeburgo, soffiando l'agognato primo posto all'ultradestra, che non ha bissato il risultato storico di 15 giorni fa, quando ad Erfurt l'AfD, Alternative fur Deutschland, dominò. Infatti dopo le vittorie ottenute in Turingia e Sassonia, l'AfD ha subito una battuta d'arresto. Il voto in Brandeburgo ha sollevato di nuovo l'attenzione internazionale, dal momento che era un test cruciale anche a Berlino, e soprattutto per il cancelliere Scholz. Una sconfitta nella regione dove l'Spd detiene il primato indiscusso dalla Riunificazione avrebbe infatti messo a rischio la sua ricandidatura nel 2025.
Secondo le autorità elettorali statali, in base ai risultati finali ufficiali preliminari, il partito del ministro-presidente Dietmar Woidke ha ottenuto il 30,9%, facendo ancora meglio che nel 2019. L'ultradestra dell'AfD, che era da tempo in vantaggio nei sondaggi, dopo lo spoglio di tutti i voti è arrivata al 29,2%. Il nuovo partito dell'Alleanza Sahra Wagenknecht (Bsw), che ha partecipato per la prima volta, è arrivato terzo con il 13,5%, meglio dei cristianodemocratici della Cdu che hanno ottenuto solo il 12,1%, il risultato peggiore finora nelle elezioni regionali del Brandeburgo.
I Verdi, la Sinistra, i liberali dell'Fdp e gli Elettori Liberi non sono riusciti a superare la soglia del 5% e non hanno ottenuto un solo mandato diretto che li avrebbe aiutati a entrare nel parlamento statale. L'affluenza alle urne alle elezioni regionali nel Brandeburgo è stata più alta che mai con il 72,9%.
Se il cancelliere Olaf Scholz può tirare un sospiro di sollievo, l'artefice della vittoria nel Land alle porte di Berlino si chiama Dietmar Woidke, che dal Kanzler si è platealmente smarcato. Dopo undici anni alla guida della regione è lui, il governatore uscente, a raccogliere, ad appena due settimane dal disastro elettorale incassato dal partito in Sassonia e Turingia, il frutto di una mossa tanto audace quanto vincente: chiedere agli elettori di scegliere in modo chiaro fra lui e i nazionalisti, annunciando dimissioni niente affatto dovute (non ha mai rischiato la presidenza) nel caso in cui, invece, fosse arrivato secondo.
Il voto in Brandeburgo ha sollevato di nuovo l'attenzione internazionale, dal momento che si tratta di un test cruciale anche a Berlino, e soprattutto per il cancelliere. Una sconfitta nella regione dove l'Spd detiene il primato indiscusso dalla Riunificazione avrebbe infatti messo a rischio la sua ricandidatura nel 2025. Ma Scholz non è rimasto sordo al campanello di allarme, irrigidendo la politica sui rifugiati subito dopo l'attentato di Solingen (con controlli alle frontiere ed espulsioni più facili) e cambiando il suo discorso politico perfino sull'Ucraina. Spinto certamente anche dal sentimento popolare diffuso all'est, dove la guerra fa molta paura e le scelte economiche del governo che fa della Germania il secondo sostenitore al mondo di KIev vengono chiaramente contestate, il Kanzler ha affermato che è "arrivato il tempo di sondare le possibilità" per trattare la pace con Vladimir Putin. E ha assicurato che non fornirà i Taurus, "niente mezzi militari che potrebbero arrivare a Mosca".
Gli altri partiti del "semaforo", escono male da questa tornata elettorale. Secondo le proiezioni, i Verdi sono al 4,3% e rischiano di restare fuori dal Parlamento regionale. Ancora peggio i liberali dell'Fdp che sono sotto l'1%. Il segretario generale dell'Fdp, Bijan Djir-Sarai, ha ricordato le "troppe dispute nella coalizione" e ha annunciato un "autunno di decisioni". Malissimo anche la Sinistra, al 3% nelle ultime proiezioni. Delusione tra i cristianodemocratici della Cdu, al 12,1%, dietro al nuovo partito dell'Alleanza Sahra Wagenknecht (Bsw, 13,1%). All'interno dell'AfD, dove ci si aspettava un trionfo, si evidenzia comunque "l'ottimo risultato" che porta il partito dell'ultradestra tedesca a essere la seconda forza politica in Brandeburgo. Anche se è fallito l'obiettivo di "mandare a casa Woidke", come sottolineato dal co-leader dell'AfD, Tino Chrupalla.
Con i Verdi a serio rischio di restare fuori, difficilmente sarà possibile una conferma dell’attuale coalizione al governo nel Brandeburgo (Spd, Cdu e Verdi). Una coalizione a due tra Spd e Cdu, non basterebbe. Stando alle ultime proiezioni, potrebbe essere sufficiente una coalizione bipartitica composta da Spd e Alleanza Sahra Wagenknecht (Bsw) oppure un'alleanza tripartitica composta da Spd, Cdu e Bsw. Nessuno dei partiti è intenzionato a collaborare con l'AfD.