ANCORA SCONTRI TRA DIMOSTRANTI E POLIZIA

Gilet gialli, altro sabato di guerriglia a Parigi: 1.220 fermi | Premier: dialogo, nessuna tassa può minacciare l'unità

In Francia le città sono state blindate: monumenti e negozi chiusi, quasi 90mila poliziotti mobilitati in tutto il Paese. Bloccata, e poi riaperta, la frontiera a Ventimiglia

09 Dic 2018 - 16:58
 © ansa

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Ancora un sabato di tensione e scontri in Francia per le proteste dei gilet gialli. Con incidenti gravi, ma tuttavia molto più circoscritti rispetto alle settimane scorse. Soltanto in serata scontri a place de la Republique con lancio di molotov e lacrimogeni, violenze a Bordeaux, con barricate e veicoli incendiati, ma anche a Tolosa. I numeri: 1.723 gli identificati e interrogati, 1.220 i fermati. I feriti sono stati 118, di cui 17 poliziotti. Nella capitale, feriti anche alcuni giornalisti, fra cui due fotografi. Il premier: "Ora dialogo".

Premier: "Ora dialogo, nessuna tassa può minacciare l'unità" - "Spazio al dialogo", ha ribadito il primo ministro, Edouard Philippe, dopo ancora un'altra giornata di proteste. "E' il tempo del dialogo, è iniziato con i dibattiti in entrambe le assemblee, gli incontri sul campo, dove ho avuto l'opportunità di incontrare una delegazione di questi connazionali. deve continuare, la nazione francese deve ritrovarsi, nessuna tassa può minacciare l'unità nazionale", ha spiegato.

Controlli severissimi - La vera differenza, questo sabato, è stata l'emarginazione, fin dalle prime ore dei violenti, i casseur. La strategia messa in atto dal ministero dell'Interno ha puntato sulla prevenzione, la mobilità e l'efficacia. La prevenzione è stata attuata nelle stazioni ferroviarie, nei luoghi di arrivo dei pullman, sui punti di ritrovo dei manifestanti: identificazioni, perquisizioni e fermi, centinaia e centinaia ancora prima di cominciare. Negli zaini e nelle tasche di chi non ha potuto partecipare alle proteste c'erano maschere, mazze da baseball, biglie di ferro, addirittura bocce da gioco. Trovate anche diverse armi, fionde e bottiglie molotov.

A Parigi, gli Champs-Elysees sono stati accessibili soltanto a chi aveva accettato di essere perquisito. Gli altri sono rimasti a protestare, a intonare la Marsigliese e a inginocchiarsi con le mani dietro la testa come gli studenti di Mantes-la-Jolie - la scena che ieri ha scandalizzato la Francia - ma lontani dall'Arco di Trionfo. Il piano ha tenuto bene, anche per il dispiegamento di uomini e mezzi senza precedenti: 90mila gendarmi e poliziotti in tutta la Francia, 8mila solo a Parigi. E' stato messo in campo di tutto, compresi i blindati che non si vedevano in giro da anni e che sono stati usati per sgomberare i relitti di auto e arredo urbano in fiamme. A un certo punto, per mettere in fuga gruppi di giovani che assaltavano i pochi negozi aperti nel Marais, sono comparsi addirittura i gendarmi a cavallo, fra la sorpresa dei residenti.

Bloccata la frontiera a Ventimiglia - I gilet gialli hanno anche bloccato la frontiera franco-italiana di Ventimiglia. Bloccati tutti i mezzi in entrata e in uscita dal territorio italiano. Per diverse ore si è formata una coda di circa sei chilometri. Poi, la frontiera è stata riaperta.

Parigi città "fantasma" - Nella capitale i negozi erano chiusi ovunque, anche i grandi magazzini, i musei, i cinema e i teatri, la Tour Eiffel i giardini della città. Assenti le auto, poche le persone che si avventuravano a piedi, rarissimi i turisti, molti dei quali erano stati invitati dalle autorità del proprio paese a farsi vedere in giro il meno possibile. Proprio come i francesi, esortati a non uscire di casa se non per necessità.

Gilet gialli, 400 fermi a Bruxelles - Circa 400 persone sono state fermate a Bruxelles e un agente della polizia è rimasto ferito durante le proteste dei gilet gialli in Belgio. Alcuni gilet gialli hanno lanciato oggetti contro le forze dell'ordine nei pressi del quartiere delle istituzioni europee, completamente chiuso alla circolazione di veicoli e pedoni e la polizia ha reagito usando idranti e lacrimogeni per disperdere i manifestanti.

Macron e i gilet gialli - Macron, che non ha mai preso la parola in questa settimana cruciale del suo mandato, quella in cui la sua popolarità investita dalla rabbia dei gilet gialli è precipitata al minimo storico del 21%, dovrà anche mostrare di essere pronto al dialogo e aperto alle consultazioni con quelli che stanno diventando i suoi veri partner sociali. I gilet gialli, infatti, sono stati chiamati dal 15 dicembre a partecipare alle consultazioni con l'esecutivo sul futuro del Paese, dalla fiscalità al lavoro, dall'ambiente agli investimenti. Con un occhio meno "metropolitano" e obiettivi forse meno ambiziosi della salvezza del pianeta, ma più concreti e vicini alla Francia "del basso".

Trump incalza: "Forse tempo di abbassare tasse" - Non è mancato, in un'altra giornata difficile per il leader francese, il tweet di Trump, che continua a soffiare sul fuoco della rivolta. "Giorni e notti molto tristi a Parigi. Forse è il momento di mettere fine al ridicolo e costoso accordo di Parigi sul clima e restituire i soldi alle gente sotto forma di tasse più basse? Gli Usa si sono mossi in anticipo su questo e sono l'unico Paese rilevante dove le emissioni si sono abbassate lo scorso anno", ha scritto rump.

007 francesi indagano su ingerenze straniere - I servizi di informazione francesi stanno indagando sul ruolo di account social legati a paesi stranieri che potrebbero aver tentato di amplificare la mobilitazione dei gilet gialli. L'inchiesta è portata avanti dal SGDSN, il Segretariato generale della Difesa e sicurezza nazionale. Si indaga in particolare su account creati ad hoc e attività sospette di alcuni siti che moltiplicano le informazioni e i commenti in modo automatico seguendo algoritmi.

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