Al termine del vertice comunitario, il presidente del Consiglio auspica un'Ue "più capace di rispondere alle grandi sfide con un approccio meno ideologico e più pragmatico per i cittadini"
"Questo è l'ultimo Consiglio europeo della legislatura, al prossimo troveremo uno scenario diverso". Lo ha detto il premier Giorgia Meloni, in un punto stampa a Bruxelles al termine del vertice comunitario. "Quello che posso auspicare, dopo il lavoro fatto in un anno e mezzo in cui abbiamo cercato di cambiare le priorità, è che spero che saremo di fronte a un'Ue diversa, più capace di rispondere alle grandi sfide con un approccio meno ideologico e più pragmatico per i cittadini", ha sottolineato.
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"Questo era l'ultimo Consiglio europeo di questa legislatura, quando ci rincontreremo saremo in uno scenario diverso. Nonostante il lavoro che abbiamo fatto in questo anno e mezzo, in cui abbiamo cercato di cambiare le priorità o il modo di vedere dell'Europa su alcune grandi materie, ci aspettano grandi sfide come quelle della migrazione e della sostenibilità ambientale collegata alla sostenibilità economica e sociale. E poi le sfide della politica estera, della difesa dei confini, dell'autonomia strategica, delle catene di approvvigionamento fondamentali".
"Possiamo avere le strategie migliori ma allora c'è bisogno delle risorse", ha aggiunto il presidente del Consiglio. "Si sa qual è il dibattito nell'Ue sul debito comune, proposta sostenuta dal governo italiano. Enrico Letta propone il tema della capacità di mobilitare investimenti privati per fare in modo che tali capitali restino".
Parlando poi di un eventuale ruolo di Mario Draghi nell'Unione europea, Giorgia Meloni ha sottolineato che l'ex premier "è molto autorevole e sono contenta si parli di un italiano per un ruolo del genere. Ma è filosofia buona per i titoli dei giornali e per fare la campagna elettorale, non è cosi che funziona. Sulla tendenza a decidere chi fa cosa prima del voto, non mi troverete mai d'accordo. I cittadini votano, decidono chi ha più peso e meno peso, stabiliscono quali sono le maggioranza possibile e all'esito di questo ragionamento si parla dei nomi. Quindi non parteciperò a questo dibattito, non mi interessa".
"Oggi si sostiene che io voglio controllare la stampa e limitare la par condicio perché il regolamento resta quello di prima. È andata così, e lo ha riconosciuto l'Agcom. Ogni giorno leggo ricostruzioni surreali, ora vogliamo mettere il carcere per i giornalisti quando la proposta per togliere il carcere ai giornalisti per diffamazione è a prima firma Balboni di Fratelli d'Italia".