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I festeggiamenti si protrarranno fino al 5 giugno in un susseguirsi di sfilate, show e concerti in suo onore, ma a causa di un leggero malessere la sovrana venerdì non sarà presente alle iniziative in programma
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Affacciata dal balcone di Buckingham Palace come da tradizione, con lo sguardo proiettato su una marea umana di sudditi in tripudio. Così Elisabetta II ha ricevuto l'ennesima ovazione di un regno da record, a chiusura dell'evento che ha inaugurato le celebrazioni pubbliche del suo Giubileo di Platino sul trono, traguardo mai raggiunto da alcun sovrano nella storia plurisecolare della monarchia britannica. Giovedì pomeriggio, però, la regina ha accusato un leggero malessere che le impedirà di partecipare alle iniziative in programma venerdì.
Nel video-messaggio con cui Elisabetta ha aperto i festeggiamenti, destinati a protrarsi fino a domenica 5 giugno in un susseguirsi di sfilate, show e concerti in suo onore. Non senza ribadire una certa idea di senso del dovere. "Continuo a essere ispirata dalla vostra benevolenza verso di me - ha detto ai britannici e ai popoli del Commonwealth tuttora legati alla Corona - e spero che questi giorni ci diano l'opportunità di riflettere su tutto ciò che abbiamo conseguito negli ultimi 70 anni, mentre guardiamo al futuro con fiducia ed entusiasmo".
Entusiasmo che del resto non è mancato a margine di Trooping the Colour, tradizionale parata dedicata alla celebrazione ufficiale ritardata del compleanno della monarca che quest'anno - animata da 1.450 militari, 400 musicanti e 200 cavalli sotto le insegne del reggimento d'elite delle Irish Guards - ha dato il via tra marce e salve di cannone al clou del Giubileo di Platino.
Una cerimonia delegata per la prima volta sul campo al principe Carlo, eterno delfino 73enne chiamato a ricevere in sella gli onori dei reparti - con alle spalle il figlio William, secondo nella linea di successione, e la principessa Anna - quasi come a compiere un altro passettino simbolico verso il suo sfuggente destino da re. Ma che Sua Maestà non ha rinunciato a chiudere da protagonista - a dispetto delle defezioni, delle limitazioni imposte dai medici, dei problemi di mobilità manifestati negli ultimi mesi come mai prima durante la sua lunga vita - nel trionfale saluto finale dal balcone.
Mentre all'eco della piazza si sommavano gli auguri calorosi di leader o ex leader di mezzo mondo - da Papa Francesco a Barack Obama -, quelli di vip di ogni provenienza (da Paul McCartney a David Beckham) verso un capo di Stato che è ormai anche icona pop; e persino l'inatteso riconoscimento del suo "contributo alla pace" in Irlanda giunto da Mary Lou McDonald: portabandiera di quello Sinn Fein che in passato fu braccio politico della guerriglia repubblicana nord-irlandese dell'Ira responsabile fra l'altro nel 1979 dell'attentato che fece a pezzi lord Louis Mountbatten, influentissimo zio di Elisabetta.
Il suggello di una ricorrenza epocale in cui accanto della sovrana è stato dato spazio come previsto solo ai membri "in servizio attivo" della dinastia. Quindi senza il terzogenito Andrea, accantonato per il coinvolgimento nello scandalo sessuale Epstein. E senza il nipote ribelle Harry, giunto a Londra a omaggiare la nonna per la prima volta insieme alla moglie Meghan e a entrambi i figlioletti, Archie e Lilibet Diana, dopo lo strappo del trasloco negli Usa pagato con la rinuncia obbligata allo status senior in seno dinastia.