Il processo in corso a Roma

Giulio Regeni, testimonianza di un ex detenuto: "L'ho visto bendato e sfinito dalle torture"

"Usavano la scossa elettrica e lo torturavano con la corrente", ha aggiunto

19 Nov 2024 - 15:31
 © ansa

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"Giulio Regeni era ammanettato con le mani dietro la schiena, con gli occhi bendati. L'ho rivisto che usciva dall'interrogatorio, sfinito dalla tortura. Era tra due carcerieri che lo portavano a spalla. Lo stavano riportando alle celle". È la testimonianza di un ex detenuto mandata in onda da Al Jazeera e proiettata in Aula al processo per la morte del ricercatore italiano, trovato morto il 3 febbraio di 8 anni fa sulla strada che collega Il Cairo con Alessandria.

"Giulio torturato con scosse elettriche"

 "Non era nudo, indossava degli abiti. Ho visto un altro detenuto con la schiena blu per i segni di tortura", ha aggiunto il testimone nel video del documentario mandato in onda da Al Jazeera e proiettato in Aula. Secondo quanto detto dall'ex detenuto, chi interrogava Regeni gli chiedeva insistentemente: "Dove hai imparato a superare le tecniche per affrontare l'interrogatorio? Ricordo più volte questa domanda ripetuta in dialetto egiziano o in arabo. Non so se Giulio ha risposto o meno. Insistevano molto su questo punto, erano nervosi. Usavano la scossa elettrica e lo torturavano con la corrente".

Sorella Regeni: "Mamma mi disse 'hanno fatto tanto male a Giulio"

 "Ricordo una telefonata di mia madre, mi disse: 'Hanno fatto tanto male a Giulio'. La parola tortura però l'ho sentita per la prima volta al telegiornale. Giulio era un ragazzo normalissimo, gli piaceva divertirsi, era un esempio per me, il fratellone che dava consigli". Cosi in Aula visibilmente commossa Irene Regeni, la sorella del ricercatore, sentita come testimone nel processo a carico di quattro 007 del Cairo. "Avevamo punti di vista diversi sulle cose: lui era un umanista e io una scienziata. Eravamo sempre in contatto sulle cose importanti: ci sentivamo tramite chat e tramite mail. Giulio - ha aggiunto la sorella - è stato sempre appassionato di storia, studiava l'arabo. Dopo il corso triennale andò per la prima volta in Egitto. Era aperto a conoscere culture diverse, in particolare quella egiziana: era entusiasta di andare lì, era contento per la ricerca sul campo".

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