Gli attacchi spalmati su 15 anni in cui milioni di account online di americani sono rimasti intrappolati
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Gli Usa accusano sette persone di nazionalità cinese di aver portato avanti cyberattacchi che hanno avuto nel mirino membri del Congresso, funzionari della Casa Bianca, candidati e società americane. Attacchi vasti e spalmati su 15 anni in cui milioni di account online di americani sono rimasti intrappolati mentre il piano cinese prendeva di mira funzionari americani, affermano il Dipartimento di Giustizia e l'Fbi. Anche Londra ha accusato apertamente la Cina di essere dietro il prolungato cyberattacco contro gli archivi della Commissione elettorale britannica, condotto a partire dall'agosto 2021. Pechino ha quindi risposto a Londra definendo "inventate e calunniose" le accuse.
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Il governo della Nuova Zelanda ha dichiarato che un gruppo cinese sostenuto dallo stato ha violato il suo sistema parlamentare in un attacco informatico avvenuto nel 2021. L'agenzia di sicurezza informatica della Nuova Zelanda ha collegato un gruppo "sponsorizzato dallo Stato cinese ad attività informatiche dannose contro entità parlamentari", ha detto in una nota il ministro della Sicurezza e Intelligence Judith Collins. L'attacco è stato contenuto, ha aggiunto.
La Cina ha da parte sua espresso "la forte opposizione" sulle accuse della Gran Bretagna contro "i cosiddetti attacchi informatici", ritenendole "completamente inventate e calunnie dannose". In una nota diffusa nella notte, l'ambasciata cinese a Londra ha esortato "le parti interessate nel Regno Unito a smettere di diffondere false informazioni e a fermare la loro farsa politica anticinese auto-organizzata". Il medesimo messaggio è stato inviato alla Nuova Zelanda: l'ambasciata a Wellington ha consegnato una nota nella quale Pechino "respinge apertamente tali accuse infondate e irresponsabili".