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Cinque fermi e sette agenti feriti nei disordini. Il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis chiede perdono alle famiglie delle vittime. Giorni fa le dimissioni del ministro dei Trasporti
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Esplode la rabbia in Grecia dove circa 7.500 persone hanno manifestato davanti al Parlamento di Atene dopo il disastro ferroviario di giovedì 2 marzo, che ha provocato 57 morti ed è stato attribuito a un errore umano e a negligenza. In piazza sono scesi studenti, ferrovieri e impiegati pubblici, mentre i treni e la metropolitana sono in sciopero in tutto il Paese. I manifestanti, che sventolavano cartelli con la scritta "Abbasso i governi assassini", sono presto entrati in conflitto con la polizia: si sono registrati duri scontri. Cinque persone sono state fermate e sette agenti sono rimasti feriti.
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Il bilancio dei disordini è di cinque fermi tra i manifestanti e di sette agenti feriti, secondo quanto riferisce la polizia. Le persone fermate sono accusate di aver lanciato pietre e bottiglie incendiarie contro le forze dell'ordine.
Il premier si scusa: "Perdonatemi, chiedo scusa a tutti" - "Come primo ministro, devo chiedere perdono a tutti, ma soprattutto ai parenti delle vittime": così il primo ministro Kyriakos Mitsotakis. Quattro giorni fa Mitsotakis aveva parlato di un errore umano dietro all'incidente mortale (il capostazione di Larissa è stato arrestato). L'incidente è avvenuto fuori Larissa, a circa 380 chilometri a nord di Atene: a scontrarsi frontalmente un treno passeggeri e un treno merci.
Circa 700 manifestanti si erano già riuniti giovedì pomeriggio davanti alla sede delle ferrovie greche ad Atene per protestare, tra l'altro, contro la mancanza di manutenzione della rete ferroviaria. Il capostazione arrestato, 59 anni, è accusato di omicidio colposo. L'avvocato difensore dell'uomo ha detto che il capostazione ha riconosciuto una parziale colpa del disastro, ma ha sottolineato che anche altri fattori hanno portato all'incidente.