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Da oltre undici giorni bruciano la regione di Alessandropoli e la foresta protetta di Dadia, al confine greco-turco. L'estrema destra greca accusa i migranti
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La Grecia sta affrontando il più vasto incendio di sempre in Europa. Divampato oltre undici giorni fa nella regione di Alessandropoli e nella foresta protetta di Dadia, al confine greco-turco, ha già provocato la morte di venti persone: 19 migranti, tra i quali due bambini, e un pastore che voleva mettere in salvo il suo gregge. Bruciati 81mila ettari di terreno. Per affrontare il rogo si è mobilitato anche il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze della Commissione europea, che ha inviato 11 aerei antincendio e un elicottero della riserva rescEu, di stanza in 6 Stati membri. Intanto, nel Paese si assiste a un'ondata razzista contro i migranti, accusati dall'estrema destra di essere i responsabili degli incendi.
Per le autorità greche l'incendio è "fuori controllo". La Commissione europea ha fatto sapere che sei Paesi europei stanno contribuendo ai soccorsi con sei squadre antincendio a terra attraverso il meccanismo di protezione civile dell'Ue. Si tratta della più grande operazione aerea antincendio mai registrata nell'Unione europea.
L'incendio nella regione di Alessandropoli è il più grande nell'Ue dal 2000, quando il Sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi ha iniziato a registrare i dati. Da quando la Grecia ha attivato il meccanismo di protezione civile dell'Ue, per la seconda volta quest'estate, il 20 agosto, l'Ue ha inviato 11 aerei antincendio rescEu di stanza in Croazia, Cipro, Francia, Germania, Spagna e Svezia, un elicottero Blackhawk dalla Repubblica ceca, 407 vigili del fuoco e 62 veicoli provenienti da Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Francia, Romania, Serbia e Slovacchia. Inoltre, il servizio di mappatura satellitare Copernicus ha pubblicato 20 mappe delle aree colpite.
Martedì, il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis ha tenuto ad Atene una riunione ministeriale per discutere della riforestazione necessaria dopo gli incendi. Il ministro greco dell'Ambiente, Theodoros Skylakakis, ha annunciato che nelle regioni interessate dovranno iniziare i lavori anti-alluvioni per evitare le frane delle prime piogge autunnali. Inoltre, sono allo studio risarcimenti per allevatori e agricoltori, ma anche per i residenti che hanno perso la propria casa.
Il grave disastro ha, però, provocato anche una reazione dell'estrema destra, che ha trovato il capro espiatorio perfetto contro gli incendi: i migranti. Molti roghi, infatti, sono divampati lungo le tratte di chi arriva nel Paese attraverso il confine con la Turchia. Certo, gli estremisti greci non spiegano perché i migranti dovrebbero appiccare i roghi, ma è già partita la caccia da parte di alcuni cittadini. Sui social è stato diffuso un video dove un uomo mostra di avere rinchiuso 25 migranti nel suo camion e incita i suoi follower di "andarli a prendere tutti". L'uomo e i suoi complici sono stati arrestati, ma si stanno moltiplicando i gruppi di cittadini che pattugliano il confine tra Grecia e Turchia per stanare i migranti, consegnarli alle autorità o giustiziarli.