© Ufficio stampa
© Ufficio stampa
A Kabul il percorso di formazione per 35 donne ideato dall'italiana "She works for peace". Ora scatta la costruzione degli impianti idroponici per la coltivazione delle verdure.
© Ufficio stampa
© Ufficio stampa
Garantire un lavoro per le mamme e il cibo per i loro figli. È questo l'obiettivo di Green Rooms, il progetto di She Works for Peace organizzazione no profit italiana che supporta donne, associazioni e cooperative femminili in Afghanistan. Ideato per aiutare concretamente le famiglie di Kabul. Come? Attraverso la creazione di impianti idroponici, ossia un sistema di coltivazione che permette di risparmiare fino al 90% di acqua.
Reduce da un conflitto durato oltre quarant’anni, l’Afghanistan si ritrova oggi a dover far fronte a innumerevoli necessità e limitazioni sociali, culturali e strutturali che ne impediscono una piena ripresa sociale ed economica. Su una situazione simile si innesta anche una mancanza diffusa di sicurezza alimentare. Ne soffre oltre 15 milioni di afghani, prevalentemente famiglie guidate da donne.
Il progetto Green Rooms intende coniugare sicurezza alimentare e impiego femminile tramite la creazione di impianti idroponici a livello domestico. Gli impianti aiutano le donne ad acquisire nuove competenze tecniche, offrono accesso a un’alimentazione adeguata per le loro famiglie, e aiutano a creare opportunità di impiego e inclusione a livello locale. Agli impianti idroponici si aggiungerà a breve anche un’impresa sociale a gestione e partecipazione femminile per la vendita di ortaggi freschi e la trasformazione alimentare, garantendo così opportunità di sostenibilità, impiego e sufficienza economica e alimentare a più ampio raggio.
Terminato il percorso di informazione, che ha coinvolto 35 donne con un passato difficile e un futuro ancora da scrivere, il progetto prosegue ora con la costruzione degli impianti da parte delle donne stesse e la coltivazione di verdure di vario genere.
La scelta dell’idroponica non è casuale, specialmente in un Paese come l’Afghanistan interessato da una grave siccità ormai da anni. Una coltivazione di questo genere permette di coltivare piante risparmiando il 70-90% dell’acqua utilizzata, le colture possono avere una resa fino a tre volte superiore a quella dell’agricoltura tradizionale e, sviluppandosi anche in verticale, occupa meno suolo.
“Voglio ringraziare la Fondazione Marcegaglia Onlus per l’importante supporto che ha concesso a Green Rooms, specialmente in un momento tanto difficile per l’Afghanistan e la sua gente. L'obiettivo comunque consiste nel sostenere le donne, mostrando che il cambiamento è ancora possibile”, afferma Selene Biffi, la presidente di She Works for Peace. L'imprenditrice sociale brianzola ha lanciato la sua prima startup - una piattaforma per corsi online gratuiti rivolta ai giovani - a 22 anni, facendola crescere in 130 Paesi. Per il suo lavoro, Biffi ha ricevuto oltre 60 riconoscimenti tra cui il Rolex Awards for Enterprise e il Mother Teresa Memorial Award in India, premio già assegnato al Dalai Lama e a Malala in passato.
She Works for Peace è un’organizzazione no profit che supporta donne, associazioni e cooperative femminili in Afghanistan. Attraverso progetti innovativi su inclusione economica, la formazione tecnica e la partecipazione a livello locale, questa organizzazione rimette le donne e le loro capacità al centro della vita delle loro famiglie e comunità.
La Fondazione Marcegaglia Onlus è stata costituita nel 2010 dalla famiglia di imprenditori Marcegaglia: Steno, sua moglie Mira, i figli Emma e Antonio con Carolina Toso Marcegaglia, cui è affidata la presidenza. È attiva in Italia e all’estero, dove gestisce progetti di sviluppo focalizzati sulle donne, motori di crescita per famiglie e intere comunità.