Il presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica Stucchi: "Sono state sprovvedute"
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"Contropartite ci sono sempre quando uno riesce a liberare ostaggi, ma non sempre sono di tipo economico". Lo ha detto il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi, parlando dell'ipotesi che sia stato pagato un riscatto per la liberazione di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due cooperanti sequestrate in Siria. La cifra di 12 milioni di euro circolata, ha aggiunto, "mi sembra esagerata. Se si fosse pagato quel riscatto sarebbe inaccettabile".
"I sequestri spesso iniziano con due richieste: soldi o uno scambio di prigionieri - ha ricordato il senatore -. "Spesso finiscono né con l'una né con l'altra soluzione. Rispetto ai 12 milioni di euro ipotizzati la cifra di solito e' molto inferiore. Bisogna avere la consapevolezza che pagare è come un cane che si morde la coda e non va bene. Si possono utilizzare altre strade, si danno aiuti. Se io faccio capire di essere disponibile a pagare, poi le persone in quelle aree diventano bancomat per terroristi".
"Sono state sprovvedute" - Secondo il numero uno del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, Greta e Vanessa "sono state molto avventate e sprovvedute. Non ci si reca in quelle zone senza attenzione, neanche le organizzazioni di professionisti ci vanno. E' una cosa che non si improvvisa. Le conseguenze poi non sono solo economiche, ma si impiegano risorse e uomini in territori delicatissimi che mettono a repentaglio la loro sicurezza".
"Pagare è scelta da non fare" - "Se fossero stati dati soldi che poi potrebbero venire usati per comprare armi e creare danni alla sicurezza sarebbe stato fatto sicuramente un errore. E' una scelta da non fare", ha concluso Stucchi.