Il territorio dell'isola è quattro volte superiore alla Francia, gli abitanti sono solo 55mila e al centro della campagna elettorale c'è il bisogno di autonomia dalla Danimarca
© -afp
Quarantamila elettori, su poco più di 56mila abitanti, sono chiamati a scegliere i 31 membri del Parlamento. Accade in Groenlandia, dove il voto è molto atteso perché il Paese, che appartiene geograficamente al continente americano ma che, dal punto di vista amministrativo costituisce una regione autonoma della Danimarca, ha come tema centrale della campagna elettorale il sogno di indipendenza. L'isola più grande del mondo, così, terrà con il fiato sospeso molte grandi aziende globali e il governo di uno Stato membro dell'Unione europea e della Nato.
Il sogno di indipendenza I 31 membri del Parlamento della Groenlandia sono eletti con un sistema proporzionale nei collegi elettorali. A contendersi la maggioranza dei seggi sono due partiti: i socialdemocratici di Siumut (Avanti) e la formazione separatista socialista democratica Inuit Atagatigiit (Comunità Inuit) ma al centro di entrambe le campagne elettorali domina il bisogno di indipendenza dalla Danimarca. Fino a una decina di anni fa, infatti, il potere era tutto nelle mani di Copenaghen. Nel 2009, poi, dopo un referendum, la Danimarca ha accordato una maggiore autonomia all'isola più grande del mondo. Sono state concesse competenze in ambito legislativo, giudiziario e nella gestione delle risorse naturali. Essendo il sottosuolo ricco di petrolio, uranio e minerali preziosi, gli abitanti dell'isola erano convinti di far gola alle potenze straniere (come Cina e Gran Bretagna) ma gli attesi investimenti si sono concretizzati solo in minima parte a causa del crollo dei prezzi delle materie prime, riducendo di conseguenza, gli investimenti: da 850 milioni di dollari nel 2011 a meno di 80 milioni nel 2016.
Il dramma del "protettorato" Oltre al sogno di indipendenza, la Groenlandia ha altri problemi a cui pensare: dal desiderio di non perdere i miliardi di corone di sussidi della Danimarca alle complicazioni nell'edilizia e nel sistema scolastico. A differenza dell'Islanda, infatti, ex colonia danese che oggi è in forte crescita e modernizzazione, la Groenlandia non ha settori economici forti. Si chiama Greenland, ma è una "terra verde" coperta di ghiaccio, grande ostacolo per la costruzione di strade, di un aeroporto internazionale o di un sistema ferroviario. Inoltre, questo enorme territorio è in prima linea come vittima per lo scioglimento del ghiaccio artico in una regione che si sta riscaldando due volte più velocemente del resto del pianeta. Il turismo e la crescita economica si basano prevalentemente sulla pesca ma ciò non è abbastanza per permetterle di essere autonoma economicamente. Quindi, tra crisi economica e bisogno di indipendenza, la Groenlandia farà fatica a distaccarsi completamente dalla Danimarca ma vedremo cosa accadrà dopo le elezioni del 24 aprile.