Cina, app spia installata sugli smartphone dei turisti
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La polizia di frontiera riesce ad accedere a molti dati sensibili contenuti nello smartphone di chi entra nella regione dello Xinjiang
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La polizia di frontiera cinese avrebbe segretamente installato app di sorveglianza sui telefonini di visitatori entrati nel Paese, nella turbolenta regione a maggioranza musulmana dello Xinjiang, attraverso il confine col Kirghizistan. Lo sostiene il Guardian sulla base di un'inchiesta condotta in partnership con altri media e Ong. L'intromissione avrebbe permesso alle autorità di Pechino di scaricare dati personali.
L'app accede a molte informazioni sullo smartphone, inclusi contatti, calendari, sms, la posizione o i registri delle chiamate e li trasmette a un computer della polizia di frontiera, ma cerca anche eventuali file sospetti per il governo cinese, come opuscoli islamici o contenuti religiosi e file relativi a Taiwan o al Tibet, scrive la Sueddeutsche Zeitung in edicola mercoledì, che ha analizzato l'app chiamata "Fengcai" ("raccogliere le api da miele") da un turista e l'ha valutata insieme con gli altri partner.
Con l'aiuto di esperti informatici della Ruhr University di Bochum è stato quindi per la prima volta possibile decodificare un software di sorveglianza cinese, che ha come obiettivo anche gli stranieri.
Caratteristica dell'app è un elenco integrato di 73.315 file che possono essere trovati su Internet. L'app cerca questi file sui telefoni dei turisti. Una volta che un viaggiatore ha salvato uno di quei file sul proprio smartphone, l'app avvisa le guardie di frontiera. I file che fanno scattare l'allarme per il governo cinese hanno principalmente a che fare con il terrorismo islamista, ad esempio con l'Isis. Vi sono, tuttavia, altri contenuti come testi su Taiwan, sul Tibet o sul Dalai Lama. Infine, la lista include voci bizzarre come una canzone della band metal giapponese "Unholy Grave".
L'app, sostiene il quotidiano tedesco, verrà installata sui telefoni di turisti e uomini d'affari che viaggiano dal Kirghizistan alla provincia cinese occidentale dello Xinjiang: i residenti della zona sono prevalentemente musulmani e vengono da anni attentamente monitorati dal governo cinese anche con app di sorveglianza sui loro telefoni. La novità tuttavia è che, secondo la SZ, tutti gli stranieri che arrivano via terra dovranno sbloccare al valico di frontiera i loro smartphone per consentire l'installazione della app. Calciatrice dispersa nel lago di Como, ritrovato corpo
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