La Russia, che intrattiene rapporti con entrambe le parti, ha chiesto l'aiuto degli Stati Uniti per porre fine al conflitto
Guerra in Nagorno-Karabakh © IPA
Secondo il presidente russo Vladimir Putin quasi sono già quasi 5mila i morti in poco più di tre settimane di guerra tra azeri e armeni per il Nagorno-Karabakh. "Secondo i nostri dati - ha detto in tv - il numero delle vittime è di quasi 2.000 per parte, questo significa che il totale si sta avvicinando a 5mila". Azeri e armeni si contendono da decenni il Nagorno-Karabakh ma a fine settembre il conflitto si è riacceso.
Violato il cessate il fuoco - Armenia e Azerbaigian si accusano vicendevolmente di aver violato il cessate il fuoco nel Nagorno-Karabakh. La cifra dei morti riportata dal presidente russo è molto più alta rispetto alle ultime stime ufficiali che parlavano di un numero inferiore a mille.
Il ruolo della Russia - Putin ha fatto sapere che la Russia dialoga costantemente con entrambe le parti e che non vuole schierarsi in alcun modo, ma ha anche ribadito che è in disaccordo, per quanto concerne il conflitto, con la Turchia, che appoggia l'Azerbaigian. Erdogan ha già promesso di inviare soldati e di fornire supporto militare agli azeri qualora fosse necessario.
La posizione adottata dalla Russia si spiega col fatto che il Paese ha un'alleanza militare con l'Armenia, dove ha una base militare, ma ha stretto forti legami anche con l'Azerbaigian.
Gli Stati Uniti - Putin ha fatto sapere anche di aver chiesto agli Stati Uniti di "lavorare all'unisono" con la Russia per porre fine al conflitto. Proprio a Washington, il 23 ottobre, il Segretario di Stato, Mike Pompeo, incontrerà i ministri degli esteri dei due Paesi per avviare un colloquio tra le parti.
Le ultime - Nonostante la tregua concordata lo scorso weekend e mediata dalla Russia, gli scontri sono continuati. L'Azerbaigian ha riferito di aver combattuto in diverse aree e ha accusato gli armeni di aver lanciato tre missili balistici nel territorio azero.
Anche l'Armenia ha dichiarato di aver combattuto in diverse località e che la città di Martuni e i villaggi vicini sono stati bombardati. Il primo ministro, Armen Sarkissian, ha affermato che non ci sono soluzioni diplomatiche adottabili "nella fase attuale".