A "Zona Bianca" la testimonianza della donna scappata in Italia insieme alla famiglia: "Mio marito è rimasto lì, ma non ho sue notizie"
"Facevamo una vita abbastanza tranquilla avevamo un lavoro e un guadagno fisso: potevamo permetterci di andare in ferie e concederci anche qualche svago. Tutto questo oggi appartiene al passato". È il racconto il Svetlana una donna ucraina che è riuscita a scappare da Mariupol prima che fosse troppo tardi. Adesso è in Italia, ospite insieme alla famiglia di una struttura della Croce Rossa alle porte di Pisa e ai microfoni di "Zona Bianca" racconta: "Mio marito è rimasto in Ucraina, era da sua sorella ma adesso non so più come stiano le cose, non sono più riuscita a parlare con lui".
"La mattina del 24 febbraio, ci siamo svegliati alle cinque perché si sentivano delle esplosioni fortissime, abbiamo acceso la tv e abbiamo capito che c'erano bombardamenti in tutta l'Ucraina. Fino all'ultimo non abbiamo voluto credere che stesse accadendo una cosa del genere". Svetlana racconta di essere rimasta nel centro della città fino al 7 marzo poi di essersi spostata in un'altra casa dove era ancora possibile poter accendere una stufa a legna per riscaldarsi, a Mariupol ormai non c'era più luce e gas.
Il 16 marzo, però, Svetlana insieme al padre, alla madre e a sua figlia hanno deciso di lasciare la città. "Abbiamo saputo che c'era una strada dove non sparavano - spiega la donna che aggiunge - abbiamo deciso di scommettere sulla fortuna, siamo partiti alle sei del mattino e proprio a quell'ora hanno iniziato a sparare dai sistemi missilistici e a bombardare dagli aerei. Dopo essere partiti abbiamo saputo che prima era stata bombardata la casa dei miei genitori, poi anche la mia", conclude.