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"Senza uno scambio con i difensori dell'acciaieria nessun negoziato". Shoigu a Putin: "Missione compiuta". L'ultima resistenza è caduta, si sono arresi 2.439 combattenti. Il comandante Prokopenko è stato portato via "con un veicolo blindato speciale"
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L'acciaieria Azovstal di Mariupol è totalmente sotto il controllo delle forze armate russe. Lo afferma il ministero della Difesa di Mosca, Sergei Shoigu, citato dalla Tass. Si sono arresi in totale 2.439 combattenti ucraini. Shoigu ha comunicato al leader del Cremlino Putin "la fine dell'operazione e la completa liberazione" della fonderia. Il presidente ucraino Zelensky comunque assicura: "Porteremo a casa i combattenti". E avverte: senza uno scambio dei nostri uomini dell'Azovstal nessun negoziato. I filorussi parlano di "processo inevitabile per i prigionieri".
Dopo 86 giorni di resistenza l'acciaieria simbolo della difesa di Mariupol e dell'Ucraina è stata quindi espugnata. In meno di 100 ore dall'inizio delle evacuazioni, un totale di 2.439 combattenti ucraini si è arreso consegnandosi al nemico, come ordinato del resto dallo Stato maggiore di Kiev visto che era "impossibile sbloccare" lo stallo "con mezzi militari", ha spiegato il presidente Volodymyr Zelensky.
I comandanti del reggimento Azov e delle altre truppe asserragliate nei cunicoli hanno cercato di restare fino all'ultimo momento possibile. "Il comando militare superiore ha dato l'ordine di salvare la vita dei soldati della nostra guarnigione e di smettere di difendere la città di Mariupol", ha detto nel suo ultimo video il comandante di Azov, Denis Prokopenko, che lunedì aveva dato il via libera alle uscite dei suoi commilitoni dopo il primo diktat sulla resa giunto da Kiev.
Mosca in serata ha diffuso il video della loro resa, sostenendo che Prokopenko è stato portato via "con un veicolo blindato speciale" verso i territori controllati dalla Russia. Adesso, per Kiev sarà l'ora delle trattative per tentare uno scambio di prigionieri con Mosca.
Filorussi: "Processo per prigionieri dell'Azovstal è inevitabile" - Un processo davanti a un tribunale russo per i combattenti ucraini di Azovstal prigionieri di Mosca è "inevitabile", perché si tratta di "una richiesta dei cittadini e della società". Lo ha affermato il leader dei separatisti filorussi di Donetsk, Denis Pushilin, citato dai media di Mosca.
Zelensky: porteremo a casa i combattenti di Azvostal - "Li porteremo a casa. Questo è quello che dobbiamo fare con i nostri partner che si sono presi la responsabilità". Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un'intervista alle tv del suo Paese, parlando dei combattenti del battaglione Azov in mano russa. "I ragazzi - ha detto Zelensky - hanno ricevuto l'ordine dai militari di uscire allo scoperto e salvarsi la vita".
E ha aggiunto che la ripresa dei negoziati con la Russia dipenderà molto dal fatto se Mosca salverà "la vita dei difensori di Mariupol". Per ora, ha spiegato, "molto" dipende dai risultati dello scambio di prigionieri che deve coinvolgere i combattenti usciti dall'acciaieria".
Accelera l'offensiva nell'est del Paese - Mentre Azovstal cade l'offensiva sta vivendo una nuova drammatica accelerazione nell'est dell'Ucraina. I bombardamenti hanno preso di mira 54 insediamenti nelle regioni di Donetsk e Lugansk. Tra le zone più duramente colpite dai nuovi raid c'è anche l'oblast di Chernihiv, dove è stato preso di mira il villaggio di Desna, provocando "molti morti". Secondo il ministro della Difesa Shoigu le truppe di Mosca "continuano a espandere il loro controllo sui territori del Donbass. La liberazione della Repubblica Popolare di Lugansk - ha previsto - si sta avvicinando alla fine". Il prezzo del tentativo di conquista, ha denunciato ancora Kiev, è la devastazione di centri come Rubizhne, che è stata "completamente distrutta, non ci sono edifici superstiti, molte case non possono essere restaurate. Nei cortili ci sono cimiteri".