L’inviata di “Striscia la Notizia” indaga sulla situazione paradossale che riguarda i cittadini ucraini che hanno raggiunto il nostro Paese prima del 24 febbraio
L'inviata di "Striscia la Notizia" Chiara Squaglia si è recata a Pisa per indagare su una situazione paradossale che riguarda i rifugiati ucraini che, per fuggire alla guerra, hanno raggiunto il nostro Paese qualche giorno prima che scoppiasse il conflitto. "Un'apposita circolare del Ministero degli interni - ha spiegato l'inviata - concede ai profughi il permesso di soggiorno per un anno come rifugiato di guerra e prosegue elencando i modi e tempi delle operazioni di soccorso in vigore dal 24 febbraio".
Molti cittadini ucraini, temendo che scoppiasse la guerra, sono scappati dall'Ucraina prima di quella data e tra questi ci sono anche i genitori di Iryna che, intervistata dall'inviata, ha raccontato quanto accaduto: "I miei genitori sono cittadini ucraini e sono arrivati in Italia il 20 febbraio perché avevano capito la situazione che si stava creando quindi non hanno il permesso di soggiorno e possono rimanere in Italia 90 giorni perché in questo momento sono stati registrati come turisti e all'ufficio immigrazione ci hanno detto che al 91esimo giorno loro devono richiedere l'asilo politico che prevede il ritiro del passaporto e soprattutto l'impossibilità di rientro in patria che non è la situazione dei miei genitori perché loro vorrebbero tornare in Ucraina una volta finito tutto".
L'Avvocato Gianluca Gambogi, responsabile servizio assistenza Ucraina Ordine degli Avvocati di Firenze, ha spiegato che "chi è fuggito prima del 24 può utilizzare, se vi sono i presupposti, le norme sul ricongiungimento familiare, ovvero ricongiungersi con un loro parente che vive in Italia stabilmente, il problema è che per ottenere il ricongiungimento familiare i tempi sono piuttosto lunghi senz'altro superiori ai 90 giorni". "Chiederei al governo italiano di fare un'integrazione all'articolo 20 - ha aggiunto Iryna - e la possibilità a tutti i cittadini ucraini che sono arrivati in Italia qualche giorno prima e si sono ritrovati nella stessa situazione dei miei genitori e poter accedere agli stessi diritti degli altri cittadini ucraini che sono arrivati dal 24 di febbraio in poi".