Proposta di legge contro il Cremlino firmata anche da diversi esponenti repubblicani. Per l'Fbi "non ci sono prove contro Putin". Ma il quotidiano americano accusa: "Tycoon sotto scacco"
Un'ampia serie di sanzioni contro la Russia per la sua cyber attività e per le sue azioni in Siria e Ucraina: è il contenuto di un progetto di legge bipartisan firmato da una decina di senatori repubblicani e democratici, secondo il canale tv Cnbc. Tra i promotori ci sono John McCain, Lindsey Graham e Marco Rubio, tutti avversari di Trump all'interno del suo partito. Una fonte fa sapere che un'iniziativa analoga sarà preparata anche alla Camera.
La mossa potrebbe mettere in forte imbarazzo il presidente eletto Donald Trump, che invece vorrebbe voltare pagina con la Russia dopo le accuse di interferenze elettorali da parte dell'intelligence Usa: accuse contro cui Trump ha preso più volte posizione. La situazione potrebbe dar fastidio anche al futuro capo della diplomazia Usa Rex Tillerson, l'uomo che rimane al centro dell'attenzione per la sua amicizia con Vladimir Putin alla vigilia della sua audizione al Senato.
Fbi: "Non ci sono prove contro Mosca" - L'Fbi non ha raccolto alcuna prova che confermi che gli hacker russi abbiano violato con successo la campagna di Donald Trump o il comitato nazionale repubblicano (Rnc). Lo ha detto il direttore dell'Fbi James Comey in una audizione al Congresso. "Sono riusciti ad hackerare solo alcune campagne elettorali repubblicane a livello statale e un vecchio dominio che l'Rnc non usa più", ha spiegato.
Nyt: "Russi hanno raccolto informazioni contro Trump" - Sarebbero di natura "volgare" alcune presunte informazioni compromettenti su Donald Trump in mano dei russi di cui i vertici dell'intelligence americana hanno di recente informato il presidente Barack Obama e il presidente eletto Donald Trump. Lo rende noto il New York Times, sottolineando che non è ancora chiaro se il materiale in questione sia da considerarsi attendibile. Secondo il giornale inoltre voci sul rapporto erano cominciate a circolare a Washington già nelle scorse settimane tra politici e giornalisti.