A "Quarta Repubblica"

Hamas, la testimonianza dell'ex ostaggio Moran Stella Yanai: "Mi hanno picchiata e rotto una gamba"

A "Quarta Repubblica" il racconto della ragazza israeliana, rimasta prigioniera per 54 giorni

08 Ott 2024 - 11:25
 © Da video

© Da video

Un anno fa, il 7 ottobre 2023, l'improvviso attacco di Hamas al territorio di Israele: il bilancio del massacro è di quasi 1200 morti e circa 250 ostaggi. Tra le persone rapite nel corso del festival musicale "Supernova" c'era anche Moran Stella Yanai, che in esclusiva a "Quarta Repubblica" ha ricordato la vicenda e raccontato i suoi 54 giorni di prigionia.

Il rapimento di Moran

 L'israeliana Moran Stella Yanai ha raccontato di essere arrivata al Festival musicale "Supernova" la mattina di venerdì 6 ottobre, un giorno prima del terribile attacco. La ragazza aveva uno stand di gioielli all'evento e spiega: "Alle 6:29 hanno iniziato a lanciare i razzi, ma solo alle 8 meno 5 sono stata informata che dovevamo scappare". "Abbiamo provato a usare la macchina - prosegue Yanai - ma dopo 5 ore la polizia ci ha intimato di scendere e di cominciare a correre". Nella confusione Moran è stata presa e fermata da alcuni terroristi per tre volte: nelle prime due occasioni è riuscita a convincerli a lasciarla andare, mentre nella terza è stata catturata. "Erano in 13. Mi hanno picchiata violentemente, rotto la gamba e portata a Gaza. È stato il peggiore incubo che potesse capitarmi", ha precisato.
 

Il periodo in ostaggio

 Nel corso dei 54 giorni in cui Moran Stella è stata ostaggio di Hamas, è stata spostata in 7 luoghi differenti. La paura era una costante e l'unico attimo in cui si è sentita sollevata è stato quando le hanno ingessato la gamba rotta: "Ho capito che, almeno per il momento, non avevano intenzione di uccidermi", ha spiegato la ragazza. Per il resto del tempo Yanai ha raccontato che i militari di Hamas minacciavano gli ostaggi, esercitando una forte pressione psicologica: "Un giorno ho pianto e sono stata punita per questo. Ci era vietato mostrare qualunque tipo di emozione".

Il tentativo di conversione

 Oltre alle violenze fisiche e psicologiche, i militari di Hamas cercavano costantemente di convertire gli ostaggi all'Islam. "Ogni giorno un terrorista entrava nella mia stanza, mi leggeva i passi del Corano e mi diceva che se mi fossi convertita avrei avuto un trattamento migliore e magari mi avrebbero trasferita. Avevo il terrore di essere venduta", ha raccontato Moran Stella Yanai.

Prima della liberazione

 C'è stato un momento in cui Moran ha pensato di mollare tutto. La forte pressione psicologica e le condizioni in cui era tenuta assieme agli altri ostaggi l'hanno fatta esplodere in una serie di lamenti e domande. Per il suo sfogo è stata punita dai suoi rapitori, ma il gesto le ha dato la forza di continuare a sperare: "In quel momento ho capito che non dovevo mollare. Volevo tornare a casa, avevo una famiglia che mi aspettava e questo mi ha tenuto in vita più di ogni altra cosa", ha concluso la ragazza.

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri