arrestato ad agosto

Hong Kong, il magnate Jimmy Lai accusato di violazione della legge sulla sicurezza nazionale

La Cina: "Chi ha perso la libertà era colluso con gli stranieri"

11 Dic 2020 - 15:01
 © Afp

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Il magnate dei media di Hong Kong, Jimmy Lai, è stato formalmente accusato della violazione della legge sulla sicurezza nazionale, diventando l'attivista pro democrazia di maggior peso a finire nelle maglie della normativa imposta dalla Cina sull'ex colonia britannica. Lai - fondatore di Next Digital - è stato arrestato ad agosto con l'accusa di collusione con forze straniere, un reato punibile con l'ergastolo secondo la nuova legge.

Lai è stato incriminato con altri due manager della sua holding con l'accusa di frode sulla violazione dell'utilizzo degli immobili adibiti a uffici delle sue società, presi in locazione da una societa' del governo di Hong Kong. E' stato arrestato durante l'udienza preliminare in attesa del processo previsto ad aprile.

La polizia ha spiegato in una dichiarazione che nei confronti del magnate è stato aggiunto il reato di "collusione con un Paese straniero o con elementi esterni per mettere in pericolo la sicurezza nazionale" e dovrà comparire in tribunale. L'arresto di agosto, insieme ai suoi due figli e a quattro collaboratori, ha visto la mobilitazione di circa 200 agenti di polizia che hanno anche fatto irruzione nella sede del tabloid alla ricerca di documenti e prove.

La Cina: "Chi ha perso la libertà era colluso con gli stranieri" La legge sulla sicurezza nazionale per Hong Kong ha portato "molta più stabilità sociale, sviluppo economico e libertà". Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying, aggiungendo che "coloro che hanno perso la libertà erano collusi con forze straniere o hanno usato la cosiddetta 'libertà' per impegnarsi in attività che mettono in pericolo la stabilità e la libertà di Hong Kong". Non è la Cina, "ma alcuni altri Paesi che reprimono arbitrariamente individui, istituzioni cinesi e imprese in nome della sicurezza nazionale".

La legge sulla sicurezza nazionale è in vigore dal 30 giugno La legge sulla sicurezza nazionale, emanata dal Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo (l'assemblea legislativa di Pechino), è stata imposta su Hong Kong ed è entrata in vigore il 30 giugno: mette al bando atti di secessione, sovversione, terrorismo e collusione con forze straniere, prevedendo anche la pena dell'ergastolo. Finora sono circa 30 le persone arrestate per la presunta violazione della legge.

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