Hong Kong, proteste contro la Cina: la polizia spara lacrimogeni contro gli attivisti
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La norma è in discussione al Congresso del popolo di Pechino, accusata di infliggere un colpo letale all'autonomia dell'ex colonia
La polizia di Hong Kong ha esploso cariche di gas lacrimogeni nel quartiere di Causeway Bay, mentre centinaia di persone marciavano in strada per protestare contro la legge sulla sicurezza nazionale in discussione al Congresso del popolo di Pechino, accusato di infliggere un colpo letale all'autonomia dell'ex colonia. La polizia ha Kong ha eseguito almeno 150 arresti.
Secondo i manifestanti la proposta di Pechino è una minaccia alle libertà civili ed è destinata a mettere fine al principio "Una Cina, due sistemi". A migliaia si sono uniti alla protesta di piazza e le forze del'ordine hanno cercato di disperdere i dimostranti, oltre che con i lacrimogeni, anche con lo spray al peperoncino e i cannoni ad acqua. Alcune persone a volto coperto hanno eretto in strada barricate improvvisate per bloccare il passaggio dei mezzi della polizia.
Gli attivisti si sono riuniti in due punti principali: presso il grande magazzino Sogo di Causeway Bay e al Southorn Playground di Wanchai a partire dalle 13 locali (le 7 in Italia), al fine di dare vita a una marcia non autorizzata per dimostrare alla comunità internazionale che gli "hongkonger" hanno ferma determinazione nella lotta per la democrazia.
La polizia si è fatta trovare pronta in assetto antisommossa e ha inizialmente ordinato alla folla di disperdersi. Gli attivisti hanno scandito slogan come "Niente rivoltosi, solo tirannia".
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Alle 14:24 locali è stato lanciato il primo gas lacrimogeno all'incrocio tra Hennessy Road e Percival Street. L'attivista di Power People Tam Tak-chi era stato arrestato solo pochi minuti prima mentre conduceva quello che chiamava un "discorso sulla salute" fuori dal grande magazzino Sogo, sostenendo che tali assembramenti erano esenti dalle regole anti-coronavirus che vietano le riunioni di più di otto persone.
Pechino: "La legge sulla sicurezza va approvata subito" - Da parte sua Pechino fa sapere che Hong Kong è una "questione interna della Cina" e nessuna interferenza "è tollerabile". Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha infatti affermato detto che la legge attualmente in discussione al Congresso nazionale del
popolo "va approvata senza il minimo ritardo". Wang ha ricordato la lacuna nella sicurezza nazionale che "spetta al governo centrale", di fronte alla mancata azione del governo locale ex art.23 della Basic Law, sicuro che la norma non modificherà l'appeal di hub finanziario di Hong Kong.