IL DAY AFTER

I retroscena sull'Ema, Italia tradita da Spagna e Germania | Gli sms di Gentiloni alla Merkel: "Angela..."

Fino all'ultimo il premier italiano ha tentato di convincere i suoi omologhi. Il no più cocente è quello di Madrid

21 Nov 2017 - 12:31
 © lapresse

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Il giorno dopo la grande beffa dell'Ema, l'Italia cerca di capire cosa è andato storto nelle trattative diplomatiche. Soprattutto per capire come agire anche in futuro. Quello che sembra chiaro è che a "tradire" siano stati Spagna e Germania. Condizionale d'obbligo visto che l'importante scelta sul trasloco di due importanti agenzie Ue come Ema ed Eba sono state fatte a scrutinio segreto. Un passaggio ancora più "inquietante" rispetto al riffa finale.

La trasparenza non è di casa a Bruxelles, l'Agenzia del Farmaco che Milano aveva praticamente diritto di ottenere, stando ai parametri di valutazione tecnica, è finita agli olandesi di Amsterdam. Contro la sorte beffarda non si poteva fare molto, di sicuro si sarebbe potuta evitare la riffa finale con un solo voto in più. Ma chi ha voltato le spalle all'Italia?

Spagna e Germania nel mirino - Le schede di votazione, dopo lo scrutinio, venivano bruciate proprio per mantenere il segreto. Come l'elezione di un Papa. Sicuramente per evitare tensioni diplomatiche. Ma in realtà i conti si fanno abbastanza in fretta e a fare male sono stati sicuramente i "no" arrivati dalla Germania e dalla Spagna. Quello degli iberici è stato inaspettato, si pensava che il sud Europa fosse più coeso e che Madrid avrebbe, caduta la candidatura di Barcellona, dirottato il proprio voto su Milano. Ma così non è stato. Mariano Rajoy ha seguito Angela Merkel.

Anche la Germania aveva una propria favorita, Bratislava, che però era stata fatta fuori al primo turno. E anche nel secondo turno Berlino non aveva scelto l'Italia.

Gli sms di Gentiloni alla Merkel - Sbaglia chi pensa che il governo sia rimasto immobile. Le trattative diplomatiche sono state serrate. Lo stesso Paolo Gentiloni è sceso in campo mandando, durante le tre votazioni, messaggi ai capi di governo dei 27. Non a tutti, i più importanti. Aveva portato dalla sua parte il portoghese Antonio Costa, quello estone Juri Ratas, il grexo Alexis Tsipras. Anche il francese Emmanuel Macron era riuscito a convincere. Ma poi è arrivato il turno di Angela: la Merkel è stata però inamovibile, l'Ema doveva andare a un Paese dell'Est o del Nord. E dietro di lei anche Mariano Rajoy, che probabilmente non ha voluto incrinare i rapporti con Berlino in questo momento delicato per la Spagna alle prese con l'indipendenza catalana. E così è stato: l'Ema è arrivata ad Amsterdam. La magra consolazione è che anche la Germania oggi piange, l'agenzia Bancaria infatti è stata dirottata a Parigi. Il karma ha colpito ancora.

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