Il Brasile sceglie ancora Dilma Rousseff "Ho vinto delle elezioni storiche"
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Il capo dello Stato uscente è stato rieletto con il 51,64% dei voti
Dilma Rousseff è stata rieletta presidente del Brasile per i prossimi quattro anni. Lo ha annunciato il Tribunale elettorale. Il capo dello Stato uscente ha ottenuto il 51,64% dei voti, pari a 54.498.042 preferenze. Il suo sfidante, il conservatore Aecio Neves, ha ottenuto il 48,36%, pari a 51.040.588 voti. La percentuale di votanti è stata del 78,9%, quella degli astenuti il 21,1%. Dilma ha vinto in 15 Stati, Aecio in 12.
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Vittoria sul filo di lana - Gli elettori brasiliani hanno deciso che sarà la presidente di sinistra a guidare il colosso sudamericano anche per i prossimi quattro anni. In un momento di difficoltà, con l'economia entrata in recessione tecnica e con il Pil che ha fatto segnare per due trimestri segno negativo, i brasiliani hanno scelto la sicurezza piuttosto che il cambiamento. E si sono affidati all'esperienza della sessantaseienne Dilma. Ma il Paese si è diviso in due. Quella di Dilma è stata infatti una vittoria sul filo di lana, preceduta da una campagna elettorale senza esclusione di colpi, la più aspra e combattuta dal ritorno alla democrazia dopo il ventennio di dittatura militare.
"Sono la vincitrice di elezioni storiche" - "Sono la vincitrice di queste elezioni storiche": così Dilma Rousseff ha esordito nel suo primo discorso ufficiale dopo l'ufficializzazione della rielezione. "Sono disposta al dialogo e questo sarà il mio primo impegno di questo secondo mandato: governare in forma pacifica e democratica", ha quindi aggiunto.
Paese spaccato in due: il povero Nordest con Dilma, il ricco Sud con Neves - Dilma ha vinto e sarà la presidente di tutti i brasiliani ma queste elezioni hanno mostrato una polarizzazione della politica nazionale che sembrava superata durante gli anni di crescita economica a doppia cifra: il Nordest povero e arretrato ha votato in massa per Dilma, che ha continuato a finanziare i programmi sociali lanciati da Lula che hanno permesso di affrancare dalla miseria oltre 40 milioni di brasiliani, mentre il Sud ricco ed avanzato si è schierato compatto con Neves, che era anche visto di buon occhio dalla grande finanza e da Washington.
Dilma e i cattivi rapporti con la Casa Bianca - La conferma di Dilma farà invece quasi certamente storcere il naso alla Casa Bianca. Nei quattro anni di governo Rousseff, infatti, le relazioni tra il Brasile e gli Stati Uniti sono precipitate ai minimi storici. Principalmente per le rivelazioni del Datagate, che hanno permesso di scoprire uno spionaggio costante ai danni della presidente brasiliana, ma anche per il ruolo sempre più di rilievo del Brasile come guida dei governi progressisti dell'America latina dopo la scomparsa di Hugo Chavez.
Senza dimenticare l'azione decisiva svolta da Dilma nella nascita della "Banca dei Brics", con il dichiarato intento di contrastare l'egemonia delle istituzioni come Fondo monetario internazionale e Banca mondiale, dove le principali economie emergenti si sentono poco rappresentate.